Don Marco esce dal carcere
Concessi gli arresti domiciliari

«Esce solo il mio corpo, ma non il mio spirito che rimane comunque sofferente», sono state le sue prime parole.

COMO Mancava poco a mezzogiorno quando don Marco Mangiacasale ha varcato il cancello del Bassone. Occhi gonfi, volto provato, il sacerdote accusato di aver abusato sessualmente di cinque ragazzine è uscito di cella dopo quasi tre mesi di reclusione. «Esce solo il mio corpo, ma non il mio spirito che rimane comunque sofferente», sono state le sue prime parole.
A chiedere e ottenere gli arresti domiciliari per l'ex parroco di San Giuliano è stato l'avvocato Renato Papa. Già a marzo il legale aveva avanzato una richiesta analoga, respinta dal giudice. Poi la linea difensiva è stata quella della collaborazione con la Procura: non sorprende, dunque, che lo stesso pubblico ministero Simona De Salvo, titolare dell'inchiesta, abbia immediatamente dato parere favorevole all'uscita dal Bassone.
Don Marco, da ieri pomeriggio, è ospite in una struttura ecclesiastica, ai confini tra Piemonte e Lombardia, specializzata nel supporto psicologico per aiutare religiosi in difficoltà.

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