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Martedì 05 Giugno 2012
«Sisme, no ai tavoli separati»
La trattativa si complica ancora
Sisme, «Niente tavoli separati». Netto il "no" della Fiom all'eventualità di una trattativa su tavoli divisi, non esclusa dal direttore del personale Sergio Luculli.
«Visto il clima molto teso, se a qualcuno sta balenando l'idea di continuare la trattativa nelle prossime settimane e procedere su tavoli separati se la tolga dalla testa - dichiara Giuseppe Donghi, segretario provinciale della Fiom - Se ciò dovesse accadere, saranno gli stessi lavoratori che a, fronte di un ulteriore elemento di rottura, spontaneamente decideranno iniziative che potrebbero portare al blocco delle produzioni».
La Fiom richiama l'azienda alle proprie responsabilità: «L'azienda deve smettere di fare forzature, perseguire nella politica di dividere il sindacato, di scaricare le responsabilità su altri e praticare un "modello di sviluppo» fondato esclusivamente sulla riduzione dei costi - aggiunge Donghi - Il risultato del referendum indetto da Fiom e Slai Cobas non ha ratificato le divisioni all'interno della compagine sindacale, ma sancito che la Fiom e i lavoratori Sisme non sono più disponibili ad accettare ulteriori delocalizzazioni, dismissioni, licenziamenti, messa in discussione di diritti e riduzioni degli stipendi».<+togli_rientro>
E ancora: «Non è la Fiom che non sta rispettando le intese sottoscritte, non è il sindacato a essere in ritardo e a non avere proposte. È l'azienda che avanza richieste di un recupero di produttività, redditività ed efficienza in modo sbagliato, con Fim e Uilm disposte a seguirla. Se il responsabile delle risorse umane pensa che non ci siano proposte concrete per la riduzione dei costi, che tali proposte non sono condivise dall'azienda e da una parte del sindacato, che non c'è più tempo, che la società dia seguito alla fideiussione da 700 mila euro e proceda con la sottoscrizione dei verbali di conciliazione per la trattenuta ai lavoratori, come previsto dall'accordo del 16 febbraio quale contributo per l'investimento sulla nuova linea».
Conclude Donghi: «Se i lavoratori non vogliono più sottoscrivere i verbali, dopo aver approvato a larga maggioranza il contributo, la colpa non è del sindacato, della Fiom, ma dell'azienda per il comportamento tenuto nell'ultimo mese».
La proposta di Fiom e Slai Cobas per far fronte alla crisi: «Siamo tutti d'accordo nel proseguire con i contratti di solidarietà, che la commissione tecnica continui il suo lavoro su tutta la fabbrica, a rivedere il sistema premiante che può essere però sostituito solo da un nuovo accordo», precisa Donghi. «Per evitare licenziamenti di massa - aggiunge -, bisogna iniziare da subito a ragionare su forme di distribuzione dell'orario di lavoro che permettano di garantire la tutela occupazionale e del reddito per tutti i lavoratori, a fronte della mancanza di volumi produttivi e nella impossibilità di far ricorso a ulteriori forme di ammortizzatori sociali nell'autunno 2013.
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