Homepage / Como città
Domenica 17 Giugno 2012
Porta denaro sporco in banca
Ma per la legge non è reato
Ripulire denaro sporco ed essere assolti, perchéla legge non lo prevede come reato. È il cosiddetto autoriciclaggio, una delle tante storture del nostro Paese, unico in Europa - e tra i pochissimi al mondo - a considerare non perseguibile una condotta diffusissima, contro la quale si è battuto a lungo, e inutilmente, anche il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso.
La mafia, con questa storia comasca, non c'entra nulla. Ma anche qui si parla di autoriciclaggio di denaro, peraltro di una somma ragguardevole, vicina al miliardo di vecchie lire. Walter Toni, un odontotecnico milanese di Vanzaghello, con discreti trascorsi giudiziari ("vittima", tra l'altro, di una puntata delle Iene), tentò, in parte riuscendovi, di cambiare quei soldi nel 2008, nella sede comasca della Banca d'Italia.
Secondo la Procura, che avrebbe voluto vederlo condannato a sei anni, Toni si avvalse della collaborazione di un suo avvocato di fiducia, il milanese Massimo Lanteri, con il quale organizzò una serie di versamenti di lire, in rapida successione, prima pochi milioni (una dozzina), poi via via sempre di più, arrivando a cambiarne circa 900, per un corrispettivo di 450mila euro. Lanteri, secondo l'accusa, portava il denaro che Toni gli affidava. Finché un bel giorno, all'ennesima richiesta (avevano alzato il tiro:si presentarono con cento milioni di lire), la Banca d'Italia si risolse a segnalare il caso di quei due strani milionari alla Guardia di finanza. Dall'indagine conseguente emerse che quei soldi erano il provento di una serie di attività illecite di Toni, che tra l'altro nel lontano 2002 era stato condannato, a Sondrio, a un anno e otto mesi per il crac della Kappa Market, una piccola catena di supermercati nella Bassa e Media valle. Il pm Alessandra Bellù aveva chiesto sei anni di carcere per entrambi, ma il presidente del tribunale Vittorio Anghileri, applicando la legge, non ha avuto scelta:Toni è stato assolto perchéil fatto non costituisce reato, quanto all'avvocato, l'assoluzione è maturata per insufficienza di prove.
I tentativi, anche i più recenti, di rendere penalmente perseguibile l'autoriciclaggio sono andati tutti a vuoto. L'ultimo a provarci era stato il senatore Idv Luigi Li Gotti, con un emendamento al pacchetto sicurezza 2009.
Leggi l'approfondimento su La Provincia in edicola domenica 17 giugno
© RIPRODUZIONE RISERVATA