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Mercoledì 18 Luglio 2012
Protesta dei posatori del ferro
Ticinesi contro i colleghi comaschi
Lo scorso anno, il Ticino si mobilitò per protestare contro il malaffare nel settore edile. Oggi, a poco più di un anno di distanza, i sindacati tornano in piazza, indicendo una giornata di mobilitazione contro la concorrenza sleale nel settore dei posatori del ferro. Nell'occhio del ciclone sono finiti i cosiddetti «ferraioli»: da tempo, infatti, quest'ambito è «divenuto terreno di conquista per speculatori senza scrupoli, che arrecano danno all'economia e alimentano i fenomeni di sfruttamento e di messa in concorrenza di tutti i salariati». A dirlo è Sergio Aureli, segretario sindacale Unia Ticno e Moesa
Nell'occhio del ciclone sono finiti i cosiddetti «ferraioli»: da tempo, infatti, quest'ambito è «divenuto terreno di conquista per speculatori senza scrupoli, che arrecano danno all'economia e alimentano i fenomeni di sfruttamento e di messa in concorrenza di tutti i salariati». A dirlo è Sergio Aureli, segretario sindacale Unia Ticno e Moesa.
A preoccupare l'Unia è «il comportamento sospetto di alcune ditte italiane insediatesi recentemente in Ticino, che si fanno strada con offerte del 35-40 per cento inferiori ai normali prezzi di mercato». Non è una battaglia di principio contro le aziende italiane, ma un'assunzione di responsabilità diretta, quella richiesta dai sindacati cantonali. Aureli, infatti, non disconosce «il ruolo importante che giocano nel sistema speculativo le imprese ticinesi. Offerte sostenibili solo speculando sulla qualità e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti e che rischiano di fare scuola e travolgere l'intero settore». Non si tratta, dunque, di una presa di posizione contraria al mercato straniero. A patto, però, che le imprese italiane rispettino le regole del gioco, tanto più che i ferraioli ticinesi sono al 90% cittadini Italiani e, di conseguenza, il dumping adottato va, di fatto, a penalizzare connazionali che lavorano in Svizzera.
Contro la speculazione scende in piazza anche l'Ocst, che sottolinea quanto «nelle più disparate forme trova terreno fertile chi specula a danno dei lavoratoti all'interno di un mercato edile ticinese in piena salute». «Una deriva che - spiega Paolo Locatelli - deve essere evitata con tutte le armi a disposizione».
A. Gaf.
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