Avete un'emergenza?
Da lunedì chiamate il 112

Da lunedì prossimo tutte le richieste di soccorso provenienti dalla provincia di Como arriveranno al call center del "Numero unico di emergenza", situato a Varese. Una rivoluzione, ma tutta dietro le quinte. Tanto che il cittadino non si accorgerà di nulla

COMO - Da lunedì prossimo tutte le richieste di soccorso provenienti dalla provincia di Como arriveranno al call center del "Numero unico di emergenza", situato a Varese. Una rivoluzione, ma tutta dietro le quinte. Tanto che il cittadino non si accorgerà di nulla. O meglio, noterà soltanto che l'operatore è in grado di "localizzarlo" in pochi secondi e non dovrà quindi stupirsi quando gli verrà posta una domanda come: «Lei si trova in piazza Cavour, giusto?». Di più: se la chiamata parte da un'abitazione, l'operatore vede comparire sul suo monitor in tempo reale anche il nome dell'intestatario del contratto telefonico.
Chi ha bisogno d'aiuto, va chiarito subito, potrà continuare a utilizzare i consueti numeri: 118 per il soccorso sanitario, 113 per la polizia, 115 per i vigili del fuoco e via dicendo.
Tutte le chiamate confluiranno comunque al call center di Varese, che poi le smisterà sul territorio comasco, indirizzandole alle forze dell'ordine, al soccorso sanitario o ai vigili del fuoco, a seconda delle necessità. In alternativa ai numeri "tradizionali", però, l'utente da lunedì prossimo potrà chiamare, se preferisce (è bene abituarsi), il nuovo numero 112, che sarà valido per qualsiasi richiesta di soccorso (forze dell'ordine, ambulanza, vigili del fuoco) visto che le chiamate arrivano in ogni caso al maxi call center varesino. Per il cittadino, dicevamo, in apparenza cambia poco. Ma il nuovo servizio, basato sul call center unico, garantisce vantaggi molto significativi. A partire proprio dalla "localizzazione" del chiamante, cosa che consente all'operatore di trasferire la chiamata alla caserma o alla centrale operativa più adatta anche in termini di vicinanza rispetto al luogo da raggiungere. Non è l'unico passo avanti. Questo primo "filtro" evita infatti che arrivino alle centrali situate sul territorio telefonate che sono in realtà stupidi scherzi oppure errori, o chiamate effettuate da bambini (i dati raccolti nelle zone in cui il call center è già attivo dicono che le telefonate di questo tipo rappresentano quasi il 50%). Altri punti di forza del nuovo sistema: la possibilità di richiedere l'intervento di traduttori in teleconferenza, nel caso in cui il chiamante non parli italiano. E un sistema di messaggistica per agevolare i sordomuti. Tutti aspetti che sono stati sottolineati ieri mattina, nel corso della presentazione ufficiale del servizio, dal prefetto Michele Tortora.
Il direttore dell'Areu (azienda regionale emergenza urgenza), Alberto Zoli, ha spiegato che sono attese circa 900 chiamate al giorno dalla provincia di Como. «La sperimentazione, avviata da tempo, ci dice che il tempo medio di risposta è di cinque secondi, la durata della chiamata 40 secondi. Mentre è in corso la chiamata partono le operazioni sia automatiche sia manuali per scoprire dove si trova esattamente la persona, servizio possibile grazie al collegamento con il ministero dell'Interno. La scheda con tutti i dati viene poi girata alla centrale cui verrà poco dopo indirizzata anche la telefonata (l'operatore chiede all'utente di restare in linea per poter essere messo in contatto con la centrale più adatta, ndr)». Quanto al costo del servizio per le casse regionali: «Un euro a cittadino, ogni anno». Entro fine ottobre il sistema verrà applicato anche alle chiamate provenienti dalle province di Monza Brianza, Lecco e Bergamo: confluiranno tutte sul call center di Varese.

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