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Domenica 30 Settembre 2012
Como, la città che volta le spalle
«Più vicini a chi subisce la crisi»
Dagli imprenditori al mondo della cultura: è vero, però non è un problema solo locale. Lucini: ascoltiamo chi è in difficoltà, ma non sempre si può fare qualcosa di concreto
Le dichiarazioni del past president dell'Ance, Marco Doneda, hanno toccato corde profonde degli imprenditori locali e più in generale della comunità comasca. Partendo dal proprio caso personale, con le dimissioni lo scorso luglio dall'incarico associativo seguite da un periodo passato a gestire la cassa integrazione e il tentativo di aprire un concordato preventivo per far fronte al dissesto della sua azienda, la Edil Co.Mi. Spa, l'imprenditore ha denunciato l'improvviso silenzio dell'associazione nei suoi confronti.
«Chiunque, fra noi, abbia letto le dichiarazioni di Doneda si è sentito coinvolto - dice il past president Ance Valentino Carboncini - perché, si sa, le cose si muovono in una logica di comunità in cui ci sono attriti e modi diversi di vivere le difficoltà».
L'imprenditore si dice «convinto che, magari in modo latente, ogni imprenditore sia vicino al sentire di Doneda in quanto purtroppo la crisi sta creando fra le aziende un denominatore comune di difficoltà. La solidarietà in questo momento non deve mai mancare».
Solidarietà sì, ma altrettanto unanime è la puntualizzazione che «il voltafaccia non è un problema solo di Como». «Quando uno piange gli voltano tutti le spalle, che abiti a Como, a Canicattì, a Milano o a Palermo. Quando ridi, invece, sono tutti con te», afferma il presidente della Famiglia comasca Piercesare Bordoli.
Anche il sindaco Mario Lucini riconosce che «sono tempi in cui non tanto a Como ma in generale, con tutte le difficoltà che ci sono, spesso non vi è un'attenzione adeguata a sostenere chi attraversa momenti particolarmente problematici».
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