Orsenigo, parla il papà:
«Sentiamo la forza di Simone»

«Ora sentiamo ancora la sua emergia che ci sostiene - spiega - ma dobbiamo scontrarci anche con attimi dolorosi di realtà»

ORSENIGO - Il giorno dopo il grande abbraccio al piccolo Simone, il cimitero è stato meta di un ininterrotto pellegrinaggio silenzioso: persone in lacrime hanno sostato di fronte alla tomba del "guerriero" e del suo fratellino, il principe Luca.

Le parole di conforto, ipochi commenti sussurrati nascondevano parole di amore per i piccoli angioletti e per la loro famiglia. Papà Alberto e mamma Elena raccolgono i pensieri che hanno donato alle persone che in questi giorni gli sono state vicino: tutti coloro che si sono intrattenuti per sostenerli, uscivano consolati dalla loro forza, dagli sguardi, dagli abbracci e dall'affetto che trasmettevano. «L'amore suona più delle parole dette o non dette e mai dimenticate», recita il testo della Canzone del seme che ha accompagnato prima Luca e poi Simone nell'ultimo viaggio: Alberto ed Elena le hanno interpretate pienamente, mostrando a tutti più che parole, fede e amore.

«Ora sentiamo la forza e l'energia di Simone che ci sostiene - spiegano - ma dobbiamo scontrarci anche con attimi dolorosi di realtà». Alberto si sofferma sulla lotta del figlio contro la malattia, che era riuscito a sconfiggere: «Con il trapianto del midollo osseo la sindrome di Duncan era superata - spiega - negli ultimi mesi sono però sorte delle complicazioni. Nel caso del midollo non si parla di rigetto, ma di difficoltà del nuovo sistema immunitario a riconoscere il nuovo organismo. Allora si agisce con gli immunosoppressori: il problema è che il corpo va incontro a una serie di rischi che, sommati, hanno portato le condizioni di Simone a peggiorare drasticamente».

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