Cibo scaldato per la figlia malata
Il ristorante: «Non si può»

Il padre: «Possibile che questi bambini non siano tutelati? Anche queste sono barriere, non solo quelle per i disabili in carrozzina». Il ristorante: «Nessuna cattiveria, rispettiamo le regole»

APPIANO GENTILE  - «Mia figlia ha una malattia metabolica. Può mangiare solo la pasta portata da casa. Abbiamo chiesto di poterla scaldare e non ce l'hanno permesso».

La lite tra il papà della bambina (di cui omettiamo volutamente il nome per tutelare la minore) e il direttore che ha discusso con lui l'hanno vista tutti i clienti del Old wild west di Montano Lucino. La discussione è avvenuta proprio lì, ieri sera, all'ora di cena con il locale strapieno.
La famiglia di Appiano Gentile arriva al ristorante del cinema, padre, madre, la bambina e un altro bambino.

Si siedono al tavolo per ordinare. Il padre spiega che la figlia ha una malattia metabolica e chiede di poter scaldare la vivanda che hanno portato da casa per lei. Marino Mattioni, direttore del punto vendita, risponde che è impossibile, il padre insiste, il direttore si scusa ma non cambia versione. Il padre alza la voce, il direttore non cambia idea e nasce una discussione.  «Siamo dovuti tornare a casa arrabbiati e senza mangiare - dice il papà della bambina - ma adesso voglio andare ai consumatori. Possibile che questi bambini non siano tutelati? Anche queste sono barriere, non solo quelle per i disabili in carrozzina».

«Non è questione di tutele negate, la bambina non è in carrozzina, nessuno l'ha rifiutata o trattata male. Abbiamo solo spiegato ai genitori che non si possono portare vivande che arrivano dall'esterno in cucina, perché il regolamento lo vieta» dice il direttore.

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