Don Marco, sms a una vittima
«Ti odio, mi mandi in galera»

Nel momento in cui crolla, il castello di carte non fa rumore. È lo stesso doloroso silenzio che ti avvolge quando qualcosa si spezza dentro all'anima.

COMO Nel momento in cui crolla, il castello di carte non fa rumore. È lo stesso doloroso silenzio che ti avvolge quando qualcosa si spezza dentro all'anima. Claudia (nome obbligatoriamente di fantasia, in quanto minorenne e in quanto vittima) quel silenzio lo conosce bene. Lo ha vissuto lo scorso febbraio, quando ha deciso di liberarsi di un segreto troppo pesante che lei viveva come un peccato: la relazione con don Marco Mangiacasale, condannato giovedì a tre anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale ai danni di cinque minorenni.
La confessione
I guai, per l'ex economo della diocesi di Como, iniziano nel confessionale della chiesa di via Maurizio Monti. Il 18 febbraio è un gelido venerdì. Claudia si confessa a don Roberto, l'attuale parroco di San Giuliano. Non vorrebbe raccontare di don Marco, ma il desiderio di liberarsi da quel peso è maggiore. È così che è iniziata un'inchiesta e finito un incubo.
Il giorno dopo, la ragazza torna da don Roberto, ma questa volta non più per confessarsi.

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