Poliziotti contro il ministro
"Sabato tutti in ferie"

Non si sono sentiti tutelati dal loro capo e dalla titolare del Viminale dopo gli incidenti del 14 novembre. E ora minacciano di non fare servizio alla manifestazione studentesca prevista a Roma per sabato

Non si sono sentiti tutelati né dal loro capo, né dal ministro dell'Interno. Che non solo non li hanno difesi, ma addirittura hanno accolto con favore l'ipotesi di renderli riconoscibili. E per questo i poliziotti del reparto mobile hanno deciso di mettersi in ferie, in blocco, per non partecipare alla manifestazione di sabato a Roma.

Per non ripetere quello che è successo il 14 novembre quando, a seguito degli scontri, alcuni di loro sono stati messi sotto accusa per presunti eccessi di violenza immortalati da alcuni filmati girati durante il corteo. Uno è già stato indagato per lesioni aggravate dalla procura di Roma, altri potrebbero esserlo presto (sono al vaglio dei loro colleghi della Digos le immagini di alcuni scontri con i manifestanti). Il tutto, questo il pensiero dei celerini, senza che i loro vertici dicessero nulla per difenderli.

Anzi, addirittura sia Antonio Manganelli sia Anna Maria Cancellieri hanno detto sì all'eventualità di rendere gli agenti riconoscibili grazie a un numero sui caschi.

Ed ecco, dunque, questa forma di protesta, di "obiezione di coscienza": mettersi in ferie per evitare un altro giorno nero di scontri di piazza. E lanciare un chiaro segnale di malcontento al dipartimento di pubblica sicurezza.

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