Morì di meningite a 17 anni
Assolti in appello tutti i medici

Erano stati condannati a Erba per il decesso di Giacomo Scaccia di Albavilla. Per i giudici di Milano «il fatto non sussiste». Il padre: «Come se me lo avessero portato via una seconda volta»

ERBA - Assolti perché il fatto non sussiste. Si è chiuso così il processo d'appello a carico dei medici Luca Morelli, 50 anni, residente ad Asso, e Claudio Vergani, 54 anni, residente a Vimercate (Monza), condannati il 18 ottobre 2011 in primo grado a un anno di reclusione per omicidio colposo.

Ieri mattina a Milano, in corte d'appello, il giudice Emanuele Smirne ha ribaltato la sentenza emessa un anno fa ad Erba dal giudice Ilaria Guarriello, assolvendo gli imputati dall'accusa di negligenza a fronte delle condizioni di salute di Giacomo Scaccia.

Il ragazzo, che aveva 17 anni e abitava ad Albavilla, venne ricoverato il 1 marzo 2009 all'ospedale Fatebenefratelli, dove morì in serata per una grave forma di sepsi meningococcica.

La famiglia di Giacomo denunciò tre medici, accusandoli di aver sottovalutato le condizioni del paziente e di aver ritardato la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro. Uno dei tre imputati - Umberto Politi, 59 anni, residente a Oggiono e difeso dall'avvocato Giovanni Ciceri - venne assolto in primo grado. Per gli altri due, difesi ieri a Milano dagli avvocati Giovanni Carpani e Luigi Gianzi, arrivò invece una sentenza di condanna, ora appunto cancellata in appello.

«Si tratta di un'assoluzione con formula piena» - osserva Carpani - «Lo stesso procuratore generale ha chiesto in aula l'assoluzione degli imputati».

Una sentenza accolta molto male dal padre di Giacomo, Vincenzo Scaccia, rappresentato dagli avvocati Claudia Canali e Fabio Gualdi<+tondo>. «È come se mi avessero portato via mio figlio una seconda volta. La giustizia dov'è? Possibile che sia stato ribaltato tutto rispetto al processo di Erba?».

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