Pozzi, tartufi e champagne
A Rinaldin 122mila euro

Inchiesta sui rimborsi ai consiglieri regionali. La finanza analizza le cene di Giorgio Pozzi. Spese hi-tech per il giovane consigliere del Pdl

COMO Flute di champagne e generose spolverate di tartufo. Costo: 3.320 euro. Ci sono anche le spese dell'ex assessore regionale Giorgio Pozzi tra i fogli che il nucleo di polizia tributaria di Milano sta passando al setaccio in queste settimane, su delega del pubblico ministero Alfredo Robledo.

Nessuna accusa formale Il suo nome non è tra quelli finiti sotto inchiesta, e a suo carico non è stata formalizzata alcuna accusa. Ma gli inquirenti stanno approfondendo le voci di spesa trovate nel dossier dell'ex consigliere del Pdl.

Tra le cifre balzate maggiormente agli occhi, la cena organizzata l'antivigilia di Natale a "il Baretto al Baglioni", ristorante cinque stelle di Milano, assieme ai «rappresentanti dell'imprenditoria locale». Costo complessivo della cena 3.320 euro, di cui 200 spesi per vini, 400 per lo champagne e 882 in tartufi.
«Escluso - replica lo stesso Pozzi - che possa aver fatto pagare alla Regione Lombardia quel conto. Quando invito gli amici a cena, offro io».

Ma la tributaria starebbe valutando anche un'altra ricevuta a tre zeri, questa volta rilasciata dal "Gatto nero" di Rovenna e pagata a titolo di «cena istituzionale con operatori e imprenditori locali». Il 30 luglio 2010 una cinquantina di persone si sono alzate da tavola con un conto da 5.500 euro.

La magistratura milanese, che ha deciso di accertare la regolarità dei rimborsi chiesti dai consiglieri del Pirellone e ottenuti dalle casse della Regione tra il 2008 e gli inizi del 2012, ha finora iscritto nel registro degli indagati, con l'accusa di peculato, 22 amministratori di Pdl e Lega.

Tra questi compare anche il nome di Gianluca Rinaldin, invitato a presentarsi a rendere interrogatorio davanti al pubblico ministero per spiegare gli oltre 122mila euro in rimborsi ricevuti fino al febbraio scorso.

Lui, il diretto interessato, spiega di essere «rimasto tra i paletti imposti dalle regole» e che tutte «le spese sostenute sono legate all'attività di amministratore».

Due le voci più ricorrenti nelle carte che la procura sta valutando: pasti (in quattro anni e mezzo circa Rinaldin ha speso in pranzi, cene e aperitivi poco meno di 74mila euro) e spese telefoniche, tra pagamento di abbonamenti e ricariche. Totale: 16mila euro.

Le spese di Rinaldin Il consigliere del Pdl, al di fuori di canoni telefonici e gastronomia, ha investito molto nell'acquisto di quotidiani, in libri (600 euro per libri antichi comprati nel settembre 2008, 1700 euro per un totale di 18 libri acquistati nel novembre dello stesso anno alla Ex Libris di Roma), spese di cancelleria e hi-tech.

Il tecnologico Rinaldin, ad esempio, si è fatto comprare dalla Regione due telefoni Samsung (306 euro), un iPhone 3G (569 euro nel 2008), un cellulare Omnia (299 euro), un MacBook Apple (1.029 euro nel maggio 2011), un iPad 2 con custodia (873,90 euro) e infine un notebook (420 euro, nel dicembre dello scorso anno).

E mentre la procura milanese continua a spulciare i conti della maggioranza, proprio ieri la finanza ha acquisito anche i rimborsi spese dei consiglieri regionali di minoranza. L'inchiesta, insomma, è tutt'altro che al traguardo.

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