Regali in contanti ai senatori
Bufera nel gruppo della Lega

L'inchiesta della magistratura aperta sulle dichiarazioni della segretaria della tesoreria del gruppo. Il comasco Valli: non c'entro e non so nulla

I conti non tornano e la Lega si trova ancora una volta al centro di un'indagine che dovrà accertare se la gestione dei 3 milioni di euro nelle disponibilità annue del gruppo del Senato (15, dunque, nella Legislatura), abbia o meno previsto uscite poco chiare.

A scoprire che la Procura di Roma  avesse aperto un'inchiesta è il quotidiano La Repubblica che parla di stipendi extra, corrisposti in contanti al capogruppo Bricolo oltre che all'ex sindaco di Lecco Lorenzo Bodega e Mazzatorta; "paghette" per Calderoli; pagamenti di affitti; utilizzo di carte di credito e circolazione di assegni per collaboratori.

La segretaria ha parlato anche di regali ai senatori, sotto forma di buoni acquisto da 2.000 euro da spendere alla Media World. Le indagini, precisa il quotidiano, sono solo all'inizio e - viene spiegato - gli inquirenti sono in fase di riscontro. Ma tanto basta per agitare le acque all'interno del Carroccio che a fatica si era scrollato di dosso l'onta dei primi scandali dai sapori tutti romanì che hanno rivoluzionato l'assetto geopolitico del partito.

«Io di pagamenti in contanti per affitti non so niente e non ho mai ricevuto nulla dal gruppo» ha dichiarato a La Provincia il senatore comasco della Lega Armando Valli.

Di speculazione politica in chiave elettorale si affida Federico Bricolo che se la prende in particolar modo con la credibilità di chi con le sue rivelazioni ha messo nei guai il suo gruppo a Palazzo Madama, la segretaria del tesoriere del gruppo, Maria Privitera, spiegando che quanto imputatogli non è altro che il frutto di una vendetta di chi (la Privitera) era stato licenziato da tempo.

Su La Provincia di lunedì l'intervista al senatore Valli

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