Holcim, paura e rabbia
dopo l'annuncio dei 130 tagli

Si teme anche per 500 famiglie della zona che lavorano grazie all'azienda di Merone

MERONE Dopo l'annuncio, la preoccupazione e la rabbia a Merone. Per i 130 lavoratori della Holcim che rischiano il posto, ma anche per l'indotto. Si calcola infatti che 500 famiglie lavorino proprio grazie alla cementeria

Ieri fuori dai cancelli della multinazionale Holcim, si respira rabbia e voglia di mobilitazione contro il taglio di 130 posti di lavoro.

Un fulmine a ciel sereno per i lavoratori che, pur essendo consci delle difficoltà del mercato edilizio, non si aspettavano una scelta così pesante. L'attività nel weekend è ridotta al minimo e i dipendenti che escono dai cancelli alle 13.30 sono pochi, ma agguerriti.

È già stata programmata un'assemblea domani dalle 9 alle 11, a cui seguirà un picchetto permanente davanti alla fabbrica: nessuno si rassegna a perdere il posto di lavoro. E mercoledì un'altra azione.

Mauro Capiaghi, più che come membro della Rsu, parla come uomo e lavoratore, e racconta la preoccupazione sua e di tanti altri colleghi che si trovano in situazioni simili o anche più difficili: «Io ho moglie e due figli a carico e sono monoreddito - spiega - Inoltre ho un mutuo da pagare: non voglio nemmeno pensare  a quello che sarà. Ci sono colleghi che hanno anche quattro o cinque figli. La situazione è veramente grave e difficile».

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