Eleca, la cassa è un miraggio
Lo Stato tace sui 142 operai

Doccia fredda ieri durante l'assemblea sugli ammortizzatori sociali. Ma ci sono anche buone notizie: oggi si deposita il piano di concordato preventivo e l'azienda chiede di pagare gli arretrati

CANTÙ La cassa deve ancora attendere, forse anche tre mesi. Il rischio di continuare con altre settimane a zero euro è alto. Questa volta, per i 142 dipendenti di Eleca Spa, i problemi si chiamano Inps e Stato.

Nonostante la continua pressione anche della stessa azienda su chi segue direttamente la pratica al Ministero del Lavoro, ad oggi non è ancora possibile avere una risposta sugli ormai cinque mesi di arretrati di cassa integrazione. E potrebbero passare anche tre, quattro mesi.

Intanto, ieri mattina, l'incontro tra azienda e sindacati ha portato notizie anche di altro avviso. Oggi è una giornata attesa soprattutto per un motivo. Eleca consegnerà in Tribunale a Como il concordato preventivo, l'offerta stesa dalla professionista Giulia Pusterla con cui il debitore Roberto Manzoni, fondatore di Eleca Spa, proverà a soddisfare i creditori ed evitare il fallimento.

Il general contractor di via Como in crisi, con l'affitto di ramo d'azienda avviato dal 7 gennaio - la gestione è di Eleca General Contractor srl: l'ex manager Erg Raffaele Tognacca ha ricominciato con 19 dei 142 dipendenti, punta ad arrivare a 70 in un paio d'anni - sempre questa mattina, attraverso la liquidataria Elettro33, sempre di Manzoni, consegnerà l'istanza per chiedere al Tribunale di poter pagare le tredicesime.



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