Scoprire a piedi
la Cernobbio segreta

Dalle Stanze di Luchinio Visconti a Villa Erba all'orto botanico lungo il torrente Garrovo, passando per le case spangole del '500 nel centro storico

CERNOBBIO - Una serie di eleganti rubinetti d'ottone sovrasta la vasca da bagno di Luchino Visconti: si era fatto progettare un idromassagio ante litteram. E sul lato sinistro aveva collegato due campanelli: uno per chiamare il cameriere, l'altro per la cameriera.
Comincia qui, dalle "Stanze" del grande regista che Villa Erba ha trasformato in piccolo museo visitabile su prenotazione (info 031.3491), un itinerario alla scoperta della Cernobbio nascosta, dove è possibile trovare pace e bellezze anche nelle giornate più affollate.
In poco meno di tre ore, soste incluse, si passa dallo sfarzo della dimora dove il regista di "Rocco e i suoi fratelli" trascorse le estati fino al 1929, e cui rimase legato per tutta la vita "ricostruendola" nelle scenegrafie di molti suoi film (come documenta un'apposita mostta fotografica), alle case rurali abbarbicate a stradine di pietra che salgono verso il monte Bisbino.
Lungo il percorso, poi, si alternano oasi dove la natura è rigogliosa, il Giardino della valle, a testimonianze di archeologia industriale, come la vecchia ciminera di cotto della ditta tessile Bernasconi, in prossimità dell'omonima Villa Liberty, che costituisce il punto di arrivo, sull'altro lato della statale Regina rispetto a quello da cui si era partiti.
Il percorso dettagliato, e gran parte dei punti di interesse (ad eccezione di quelli cinematografici), sono descritti sul portale Cammina città (www.camminacitta.it), promosso dall'associazione Iubilantes per riscoprire il territorio lariano a piedi.
Lasciata Villa Erba, si scende verso la riva, ma solo per infilarsi nella stradina accanto all'Harry's bar, che dà accesso al centro storico. Autentico scrigno che raccoglie in poche decine di metri quadri la fascinosa Villa Allamel, la chiesa di San Vincenzo, dalla caratteristica facciata baroccheggiante a due colori, e le "case spagnole" di piazza Castello, che risalgono ai secoli (XVI e XVII) della dominazione iberica.
Proseguendo verso Villa d'Este, si seguono i cartelli che indicano il Giardino della valle, orto botanico nato dalla forza di volontà dell'85enne Pupa Frati, che lo ha strappato a una discarica abusiva, e impreziosito dalle sculture in legno di Giò Aramini. Dall'uscita superiore, si imbocca una mulattiera sulla destra, che porta verso la frazione Casnedo: si incontrano abitazioni rurali, spendide ville e poi un punto panoramico. Da qui comincia la discesa verso Villa Bernasconi, con un'ultima sosta al parco della memoria (delle vittime del naziso e non solo), sul retro del Comune.
Pietro Berra

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Eco di Bergamo Cernobbio da scoprire