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Venerdì 25 Gennaio 2013
Il signor G tutto da vedere
Omaggio a Palazzo Pirelli
"Buon compleanno signor G" è l'iniziativa della Fondazione Giorgio Gaber e della Regione Lombardia che si terrà questo pomeriggio, alle 18, nell'Auditorium del Palazzo Pirelli (ingresso libero, info 02-20.23.34)
Invece, "Buon compleanno signor G" è l'iniziativa della Fondazione Giorgio Gaber e della Regione Lombardia che si terrà questo pomeriggio, alle 18, nell'Auditorium del Palazzo Pirelli (ingresso libero, info 02-20.23.34) e che, già nove anni fa, venne intitolato all'artista milanese, «in segno di omaggio a un figura che, con la sua capacità di osservare la realtà, la sua libertà nel raccontarla e la sua profondità nel descrivere l"uomo e le sue domande ha dato un contributo di assoluto rilievo alla cultura del nostro tempo».
Questo ricordo è fatto di proiezioni di video «pensati ad hoc per questa importante occasione», spiega il giornalista Massimo Bernardini, amico di Gaber e suo biografo: «I temi protagonisti dei filmati saranno l'Italia, l'amore e la politica. Un approccio innovativo al repertorio gaberiano, che si dimostra oggi quanto mai attuale e ricco di messaggi che riflettono in maniera impeccabile questo momento storico con una carrellata di immagini inedite e di rarità».
E c'è tanta voglia di parlare di Gaber, ma soprattutto di tornare ad ascoltare Gaber dopo dieci anni senza di lui. Ma, è bene ricordarlo, quello spirito non è scomparso («Per tutto c'è una fine, e non è detto che sia la morte», diceva). Giorgio Gaber, l'artista, l'uomo del teatro canzone, era, in realtà, la fusione di due persone: da una parte Giorgio Gaberscik, cantante, chitarrista, ex rockettaro pentito, ex personaggio televisivo di innata simpatia, dall'altra Sandro Luporini. Pittore viareggino, esponente di quel movimento che si ricorda come "realismo esistenziale" e, più tardi, della "metacosa", conobbe la star ancora ai tempi del "Trani a go go" e della "Ballata del Cerutti". Una collaborazione, la loro, improbabile, nata senza troppi clamori (e senza la firma del pittore) negli anni Sessanta ed esplosa, poi, nel 1970 con "Il signor G" per proseguire nei tre decenni successivi con spettacoli rimasti nella storia del teatro italiano.
«Avrebbero voluto da Giorgio e da me delle risposte. Proprio da noi che abbiamo vissuto tutta la vita nell'assoluta certezza del dubbio», scrive Luporini in "G. Vi racconto Gaber", il volume edito da Mondadori nel decennale della scomparsa. Non è una biografia (né un'autobiografia) anche se gli elementi di vita vissuta dai due non mancano. Non è neppure una chiave per interpretare le idee espresse sul palcoscenico.
È un racconto appassionato, a occhi asciutti, di un'amicizia, di un dialogo costante «tra un impegnato e un non so» in cui i ruoli erano intercambiabili.
Alessio Brunialti
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