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Lunedì 28 Gennaio 2013
«No alla violenza sulle donne»
E la Giubiana ritorna manichino
Cantù, dietrofront degli organizzatori per rispetto delle vittime di femminicidio. Pro Cantù: «Ma ci sono anche problemi di sicurezza»
CANTU' Ci saranno i figuranti a decine, ci saranno i volontari dell'associazione Tradizione canturina, ci saranno i giocatori della Pallacanestro Cantù. E una madrina giovanissima e graziosa, la campionessa olimpica di ginnastica Erika Fasana.
Ma non una ci sarà una Giubiana in carne e ossa, al rogo di giovedì in piazza Garibaldi. Quello, meglio resti ricordo del passato, anche per rispetto, visto il momento, con un susseguirsi di efferate cronache con donne come vittime, che ha condotto a coniare il termine "femminicidio".
L'idea di poter rispolverare quella vecchia usanza era balenata nelle scorse settimane. Tanto più che non si sarebbe trattato di una novità assoluta visto che nel 1978 a impersonare la bella castellana fedifraga che nel XII secolo tradì per amore Cantù, nella guerra tra milanesi e comaschi, ci fu l'allora ragazza Laura Cattaneo, che ancora ricorda l'esperienza, a cura dal gruppo giovanile dell'Avis.
«Se la signora vuole essere presente la sera della manifestazione - dice il presidente della Pro Cantù, il sodalizio organizzatore, Pasquale di Stefano - sarà certo la benvenuta. Ma la Giubiana sarà solo un fantoccio, come accaduto finora».
«Oggi ci sono norme di sicurezza molto severe - continua - e infatti saranno presenti anche i vigili del fioco. E poi è cambiata anche la sensibilità, tanto più in un momento delicato quanto quello che ci raccontano le cronache quotidiane».
E in effetti anche in passato qualcuno aveva storto il naso di fronte all'uso canturino, variazione del rito antico della Giubiana, che vede bruciare un fantoccio che rappresenta il rigore dell'inverno, della brutta stagione, nell'origine rurale.
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