Gaffuri (Pd) indagato:
«Sono tranquillo»

Il comasco, capogruppo uscente, sotto inchiesta insieme agli altri capogruppo di opposizione per peculato. Lui replica: «Tranquilli, non ho ricevuto nulla»

COMO Sarebbero ventinove, secondo quanto rilanciato oggi dall'Ansa, gli indagati nell'ambito dell'inchiesta con al centro l'ipotesi di peculato sui presunti rimborsi sospetti avviata dalla procura di Milano nella "tranche" che riguarda i consiglieri della Regione Lombardia di opposizione. Non tutti saranno raggiunti da inviti a comparire, alcuni riceveranno solo informazioni di garanzia.

Tra loro ci sarebbe il comasco Luca Gaffuri, capogruppo uscente del Pd, che ha subito replicato: «Non ho ricevuto nulla». «Siamo tranquilli, perchè le risorse messe a disposizione dei gruppi sono state utilizzate per spese inerenti all'attività politica e in conformità con le leggi regionali» ha spiegato Gaffuri «Quando arriveranno gli avvisi di garanzia ci renderemo conto meglio degli elementi - ha proseguito - ho piena fiducia nel lavoro della magistratura».

I candidati consiglieri alle elezioni regionali di Pd e Idv si impegneranno a rassegnare le dimissioni, come ha chiesto il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli, se una volta eletti dovessero essere rinviati a giudizio. «Siamo pronti a sottoscrivere l'impegno - ha detto Gaffuri - mi sembra una dichiarazione condivisibile e un gesto di trasparenza nei confronti dei cittadini». Un'opinione condivisa anche dal capogruppo dell'Idv Stefano Zamponi: «Bisognerebbe però vedere i motivi per cui una persona viene rinviata a giudizio - ha precisato - perchè ad esempio utilizzare i fondi per acquistare una bandiera italiana da mettere nell'ufficio è diverso dal rifornirsi di cartucce da caccia»"

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