«Il racket delle badanti esiste
Le famiglie chiedono un albo»

Le famiglie hanno bisogno di aiuti e garanzie. Per questo chiedono un albo delle badanti

COMO «È vero, l'ho già segnalato: colf e badanti straniere devono cedere almeno la metà della prima busta paga a chi ha trovato loro il lavoro»: è la testimonianza di Wilma Tamborini, comasca, pittrice, tra le fondatrici del "Comitato per la vita indipendente".
Malata da anni per una patologia complessa e degenerativa, decisa a stare nella propria casa, pur sola, ma assistita, Wilma Tamborini si associa a Maria Teresa Cacciola che ha assunto, in regola, una badante ecuadoregna e s'è trovata in un incubo.
«Soldi - dice la Tamborini - vogliono soldi, anche in caso di licenziamento e in più, ora la legge ci obbliga a versare 1.451 euro, quando interrompiamo il rapporto di lavoro. Chiedono soldi non solo perché ne hanno bisogno e devono mandarli a casa. Ma anche perché sono assoggettate ad una catena che pretende una percentuale sul salario. Con questa catena, sono arrivate in Italia e da questa catena sono seguite. Però, devono anche osservare i doveri, rispettare gli orari. Non sempre lo fanno». Tamborini chiede un albo delle badanti e ha scritto un libro sulla materia.

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