Gaffuri dai giudici
per spiegare le cene

Lunedì andrà a Milano, non al Pirellone come negli ultimi anni. Ma in tribunale per rispondere alle contestazioni sui rimborsi chiesti e ottenuti da consigliere del Pd prima e da capogruppo poi.

COMO Lunedì andrà a Milano, non al Pirellone come negli ultimi anni. Ma in tribunale per rispondere alle contestazioni sui rimborsi chiesti e ottenuti da consigliere del Pd prima e da capogruppo poi. Luca Gaffuri è infatti indagato con l'accusa di peculato, esattamente come tutti i colleghi lariani al Pirellone con l'eccezione di Paola Camillo (è entrata in consiglio regionale a giugno, mentre le richieste dei rimborsi del Pdl sotto la lente della magistratura si fermano alla scorsa primavera).
Le cifre non sono certo quelle di alcuni "illustri colleghi". Senza contare che per due anni, dal 2010 al 2012, aveva la disponibilità della carta di credito del gruppo in quanto indicato come capogruppo, con la quale effettuava le spese per iniziative legate al Pd regionale.
Il "conto" presentato dalla Procura di Milano a Luca Gaffuri è di 22.587 euro e spiccioli. Si tratta di spese effettuate da febbraio 2008 fino al mese di novembre del 2012, per complessivi 58 mesi. Entrando nello specifico, ci sono quasi diecimila euro di spese per pranzi e cene: per la precisione si tratta di 9.871 euro. Per il solo anno 2008, ci sono 1.800 euro di conti di telefonate con il cellulare, con fatture presentate dalla Tim.
Gaffuri ha presentato il conto per 6.120 euro in bolli: in particolare, nel 2009, furono acquistati 800 francobolli da 1,40 euro.

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