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Sabato 16 Febbraio 2013
Il dialetto di Van De Sfroos
fa da scuola agli stranieri
Un esperimento che lo stesso artista laghée spiega questo pomeriggio su Radiorai 3
La prestigiosa casa editrice Loescher ha inserito un brano di Davide Van De Sfroos, naturalmente in dialetto tremezzino, nel dvd allegato a un volume per insegnare la nostra lingua ai cittadini stranieri. La canzone prescelta è una delle più popolari dell'artista laghée, "Pulènta e galèna frègia", inserita in "Contatto 3".
«Si tratta di un corso di italiano per stranieri - precisa la Batevents - L'iniziativa si basa sulla sincronizzazione tra musica e immagini della canzone sottotitolata in italiano e inclusa in un dvd allegato a un volume che dedica un intero capitolo al pezzo in cui il testo viene analizzato comparando dialetto e italiano».
«Questa iniziativa conferma il desiderio di conoscenza e di intercomunicazione tra popoli - commenta Van De Sfroos - È significativo che un testo in dialetto possa far da ponte per insegnare un'altra lingua. Ci sono passaggi subliminali anche tra i dialetti stessi con rimandi ad altre lingue - dallo spagnolo al francese - che sicuramente aiutano a comprendere o quantomeno ad aprire orizzonti sulle lingue stesse».
Il cantautore racconterà l'iniziativa questo pomeriggio, alle 14, su Radiorai 3 nel corso della trasmissione "La lingua batte". "Il progetto "Contatto 3" - prosegue - è di natura squisitamente didattica e propone come obiettivo la diffusione della lingua, ma anche della cultura italiana a un pubblico straniero».
È una canzone che ha fatto tantissima strada. Bernasconi la cantava già prima di lanciarsi nella sua avventura solistica e "Pulènta e galèna frègia" è stato da subito uno dei "pezzi forti" dell'album "Bréva & Tivàn" nel 1999. Non manca mai nei concerto dove è stata eseguita in molteplici forme: da voce e chitarra in solitudine a versioni reggae, rallentate, velocizzate. I tifosi del Como l'avevano adottata come "inno non ufficiale" modificando lievemente il testo per inserirci la sciarpa con i colori sociali. Da anni un ristorante usa l'inconfondibile "riff" di fisarmonica per farsi pubblicità. Insomma: non sarà la più bella canzone di Van De Sfroos, non sarà la più amata e popolare, ma poco (pochissimo) ci manca.
E la finalità di questa operazione, fortemente voluta dalla Loescher, potrebbe mettere definitivamente a tacere due voci: quella che voleva l'artista a tutti i costi imparentato con una partito che voleva fare sua la lingua locale (come se se si potesse "parlare politico") e quella che sosteneva che le "paroll de sfroos", appena superato Colonno, fossero incomprensibili. E ora c'è chi imparerà che differenza c'è tra "polenta" e "pulenta" e "gallina" e "galèna" per comprendere meglio la lingua di Dante e quella di Van De Sfroos.
Alessio Brunialti
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