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Martedì 19 Febbraio 2013
Allarme a Carlazzo per il lago
Il canneto se lo sta divorando
Il laghetto del Piano si restringe e, senza opportuni interventi dell'uomo, è destinato a sparire, anche se in tempi non brevi. In base alla cartografia del catasto Teresiano, risalente al 1722, è stato possibile fare una valutazione ben precisa dell'avanzare del canneto: nel giro di 300 anni c'è stato un restringimento di 200 metri
«Il canneto avanza soprattutto sul fronte di Bene Lario, dove il terreno è meno scosceso, mentre sulla restante sponda è quasi nullo - osserva il direttore della riserva Lago di Piano, Luca Leoni -. Si tratta di un'azione naturale normale, lenta ma non certo impercettibile. Fino a qualche anno fa, per contrastarla intervenivamo con un'apposita fresatrice, limando la parte di sponda più soggetta all'avanzata del canneto, ma ora anche le risorse dell'ente Provincia sono calate e abbiamo dovuto interrompere questo tipo di azione».
Il lago di Piano ha una superficie di 80 ettari e una profondità massima di 13 metri. Attorno ad esso si estende la riserva naturale, che presenta una varietà di habitat in cui si trovano specie animali di pregio, tra cui il picchio, l'upupa, il falco di palude, la martora e la donnola. Il laghetto e il canneto, ovviamente, sono elementi fondamentali di tale contesto ambientale.
«Se non vogliamo consegnare ai posteri solo il ricordo di questo specchio d'acqua - afferma Leoni -, occorre riprendere l'intervento degli anni passati: si tratta, insomma, di asportare quei sessanta centimetri annui di nuovo canneto per garantire una dimensione costante dello specchio d'acqua».
Due anni fa era stato presentato anche un progetto utile a favorire il ricambio d'acqua in profondità ed evitare un'eccessiva eutrofizzazione del Lago: si tratta del recupero dell'antica roggia di San Pietro, condotta realizzata a suo tempo per scopi economici, che già all'epoca scaricava acqua nel laghetto. Attualmente, infatti, l'unico suo immissario è il torrente Civagno, che nasce sui monti di Tremezzo: «Il progetto è stato redatto ed è pronto - annuncia il direttore della riserva -. Anche in questo caso occorre però reperire il necessario finanziamento». L'investimento era stato valutato in 260 mila euro e nel 2011 si era parlato di un possibile contributo della Fondazione della comunità comasca e di opportunità della legge regionale sulle aree protette, del fondo per la montagna, di un bando sulla tutela delle acque e dei fondi interreg, ma nel frattempo, come si sa, le risorse economiche si sono ristrette ovunque, ben più velocemente del laghetto.
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