Ladri per disperazione
Rubano dal ragù ai jeans

Mamma e papà a processo per aver rubato l'acqua per fare la doccia. Sempre più furti a causa della crisi

COMO Ci sono Emanuela e Franco, che finiscono a processo per aver rubato acqua dell'acquedotto comunale perché non avevano abbastanza soldi per pagare l'affitto e, quindi, dare al padrone di casa il denaro per onorare le bollette.
C'è Gheorghe, incensurato, finito sotto inchiesta per aver rubato al supermercato una confezione di Gran Ragù Star e una di lonza di suino affumicata. Melissa, invece, è accusata di aver rubato energia elettrica, riuscendo a manomettere il contatore, perché di soldi per pagare le bollette non ne aveva abbastanza.
I numeri sono freddi spifferi utili a intuire un fenomeno, ma non sufficienti a comprendere davvero cosa si nasconde dietro alle cifre. È vero: quella dei furti è sempre di più la piaga del Comasco, e la maggior parte dei colpi messi a segno (6 al giorno, secondo le ultime statistiche) restano appannaggio di delinquenti matricolati.
Ma negli ultimi anni sono aumentate le storie di perfetti insospettabili inciampati in furti più o meno per necessità, ma comunque fomentati dalla crisi economica. È il caso di Elena e Mariarosa, due amiche 53 e 49 anni, sorprese al Carrefour mentre portavano via generi alimentari per un valore complessivo di circa un centinaio di euro. Nessuna delle due era mai finita nei guai con la giustizia: mai una denuncia, figurarsi un arresto.

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