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Martedì 19 Febbraio 2013
Sconto agli assassini di Vik
Dall'ergastolo a 15 anni
La sentenza di appello contro i due salafiti che nell'aprile 2011 trucidarono il volontario brianzolo Vittorio Arrigoni
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Arrigoni, di Bulciago, aveva vissuto gli ultimi mesi in Italia a Cantù, a Mirabello, e aveva lavorato nell'azienda del padre a Novedrate.
Il giudice della Alta Corte ha scagionato Tamer Hasasna e Mahmud Salfiti dall'accusa di aver preso parte alla sua uccisione, mentre li ha riconosciuti colpevoli del rapimento.
Dovranno scontare 15 anni di carcere e avranno il diritto a vedere la pena ridotta di un terzo se manterranno una buona condotta. Inoltre una volta liberi potranno essere reintegrati nelle forze di Hamas di Sicurezza nazionale, con il grado che avevano nel 2011.
Nella fatiscente palazzina al-Mashtal ('la serrà, una ex- caserma israeliana presso il campo profughi Shati, Gaza), la seduta è durata una manciata di minuti. A quanto si è appreso, in precedenza il giudice aveva tenuto dieci dibattiti segreti e oggi si è limitato a leggere la sentenza. Hasasna e Salafiti, che già ne conoscevano il contenuto, hanno lanciato ampi sorrisi ai congiunti. Adirate invece le reazioni in aula dei militanti dell' International Action for Palestine (Iap) che si sono sentiti raggirati. Pensavano che l'appello fosse ancora tutto da discutere e che nuovi elementi sulla morte di Arrigoni potessero venire adesso alla luce del sole; invece hanno appreso con sorpresa che il giudice aveva messo la parola 'Finè una volta per tutte alla vicenda. Nella sua ricostruzione, ad uccidere Arrigoni furono il salafita giordano Abdel Rahman Brizat e il palestinese Bilal Omari. Entrambi rimasero uccisi in uno scontro a fuoco con le unità speciali di Hamas nell'aprile 2011. L'avvocato di Hasasna e Salfiti, Mahmud Zakut, ha spiegato all'ANSA di aver evidenziato che i suoi clienti erano effettivamente al corrente del sequestro, eppure non potevano immaginarne le conseguenze tragiche. Pensavano che fosse solo un episodio intimidatorio, da esaurirsi in una giornata appena, allo scopo di indurre un giovane occidentale dal comportamento "troppo disinvolto" a rispettare i severi codici della società di Gaza.
Le sue tesi hanno dunque fatto breccia, anche se fra gli osservatori restano le perplessità. Dai verbali della polizia palestinese risulterebbe che i due avevano menzionato che scopo del sequestro era invece di scambiare l'ostaggio con un leader salafita detenuto da Hamas. Inoltre Salfiti si trovava nell' appartamento in cui era rinchiuso Arrigoni. Ma al momento della sua uccisione, da parte di Brizat e Omari, "era impegnato in cucina".
Domenica la vicenda avrà un ulteriore strascico quando sarà esaminato l'appello del vigile del fuoco Khader Jram, che a settembre fu condannato a 10 anni di carcere per aver informato i rapitori delle abitudini di Arrigoni. A quanto pare anche nei suoi confronti ci sarà clemenza, e la sua pena potrebbe essere adesso dimezzata.
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