Cinque Ambrosiani in Sistina
La Chiesa lombarda in fermento

Sono partiti dalla diocesi di Milano l'arcivescovo Angelo Scola, il suo predecessore l'arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi attualmente amministratore apostolico di Vigevano, il cardinale Gianfranco Ravasi, il cardinale Nicora e il cardinale Francesco Coccopalmerio

Parte il Conclave: cinque gli ambrosiani nella Sistina. Sono partiti dalla diocesi di Milano l'arcivescovo Angelo Scola, il suo predecessore l'arcivescovo emerito Dionigi Tettamanzi attualmente amministratore apostolico di Vigevano, il cardinale Gianfranco Ravasi, il cardinale Francesco Coccopalmerio e il varesino Cardinale Attilio Nicora.
Hanno raggiunto la Sede Pontificia, vacante dal 28 febbraio, e faranno parte del nutrito gruppo di italiani presenti nella cappella Sistina: 28 in tutto.
Tre sono veterani, due «novellini». Nel 2005 tra gli elettori dell'ormai emerito Papa Ratzinger, infatti, c'erano Scola, allora Patriarca di Venezia, Tettamanzi che guidava la diocesi di Milano e Nicora che era presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Al cardinale varesino andò il ruolo di «sigillatore» della porte della Sistina dopo l'«extra omnes», la frase pronunciata che ordina d'uscire a tutti coloro non chiamati all'elezione.
Ravasi, alla prima esperienza al cospetto del Giudizio Universale, è cardinale dal 2010, presiede il Pontificio Consiglio della Cultura, la Pontificia Commissione di Archeologia sacra e il Consiglio di Coordinamento fra accademie pontificie.
Stesso destino da principiante per Coccopalmerio, già ausiliario di Carlo Maria Martini, porporato da poco più di un anno e presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi.
A far loro compagnia, allargando la compagine lombarda, c'è anche Giovanni Battista Re cui toccheranno le incombenze da decano del Collegio cardinalizio, visto che decano e vicedecano hanno più di 80 anni e perciò non sono più elettori.

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