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Martedì 19 Marzo 2013
Cocaina nascosta nei cani
Animali uccisi dagli spacciatori
Una coppia di giovani fratelli ecuadoregni residenti nel Varesotto in carcere nell'ambito dell'operazione sul traffico internazionale di droga. Erano specializzati in rapine per sostenere il mercato degli stupefacenti, che venivano trasportati all'interno di cani di grossa taglia, poi macellati senza pietà.
Giovanissimi come gli altri arrestati: 75 in tutta Italia i latinos coinvolti nella maxi associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti ma anche a reati contro il patrimonio e la persona.
I due fratellini di Castiglione Olona hanno 21 e 19 anni: il più piccolo era minorenne all'epoca dei fatti che gli vengono contestati; minorenne così come 18 dei 75 arrestati ieri dalla polizia di Milano Mecenate. I due in realtà erano già fuori dai giochi: il fratellino minore è stato prelevato dalla comunità di recupero di Castronno alla quale era stato affidato e portato in carcere al Beccaria di Milano. In quanto non ancora diciottenne all'epoca dei fatti risponderà delle contestazioni davanti al tribunale dei minori.
Al fratello maggiore, invece, l'ordinanza è stata notificata in carcere a Busto Arsizio dove era detenuto per spaccio. I due sono accusati di aver commesso rapine e aver cagionato lesioni a terzi. Le rapine, messe a segno nel Milanese, erano comunque organiche all'organizzazione associativa. I colpi venivano messi a segno per sovvenzionare l'attività del clan, legato ai Latin King Chicago di Milano: il bottino arricchiva le casse del gruppo.
L'accusa di lesioni, invece, arriva da pestaggi nell'ambito di regolamenti di conti con altre baby gang. Gli arrestati, oltre ad essere tutti molto giovani, sono tutti originari di Paesi sudamericani. L'attività principale della banda resta però il traffico internazionale di stupefacenti su scala nazionale. La droga veniva introdotta in Italia con modalità allucinanti: lo stupefacente veniva inserito chirurgicamente nelle viscere di cani di grossa taglia che, una volta a destinazione, venivano uccisi e squartati per permettere il recupero della cocaina purissima.
Almeno 50 i cani sventrati in questo modo: la droga veniva avvolta in cellophane e in carta carbone per sfuggire ai controlli dei raggi x. Tra i cani macellati si contano San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Labrador e Mastino Napoletano: ciascun cane poteva trasportare sino a un chilo e mezzo di coca. Un solo cane si è salvato grazie alla confessione di una trafficante: nell'aprile 2012 a Pisa la polizia intervenne per una lite in famiglia tra sudamericani scoppiata per un malore che aveva colpito il cane di famiglia. La donna disse che nell'animale era stata nascosta della droga; il cane fu salvato dal veterinario e da lì prese il via l'operazione. Le pandillas, strette tra loro dal vincolo associativo, erano in contatto diretto con i narcos colombiani e messicani: la droga veniva fornita dai più importanti cartelli mondiali dello stupefacente.
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