Lo Stato paga i suoi debiti
«Aspirina per un malato grave»

Così commentano le associazioni di categoria a Como: solo un modo per cominciare

COMO Lo Stato paga, evviva lo Stato? Le associazioni di categoria comasche non esultano, ma mantengono la prudenza sulla decisione del Consiglio dei ministri di sbloccare, almeno parzialmente, i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

Un annuncio letto da più parti come una timida apertura, non sufficiente, però, ad allontanare gli spettri che si addensano sulle migliaia di aziende in attesa che le fatture siano saldate dagli enti che hanno loro affidato opere e servizi.

«Il problema - spiega il presidente di Confcooperative Mauro Frangi - è grosso. La dimensione è tale che il fondo stanziato è sottodimensionato rispetto alle esigenze. Sappiamo, però, quali sono le difficoltà che impediscono di arrivare oltre».

«È già una bella aspirina - dice il presidente di Confcommercio Giansilvio Primavesi - anche se il malato è molto grave. Se lo paragonassimo a un incendio, potremmo dire che il danno è stato fatto: benché i pompieri abbiano spento le fiamme, rimarranno le macerie da sistemare. Per lo meno qualcosa si è sbloccato. Lo Stato non paga i debiti perché non ha soldi».

Il direttore generale di Confartigianato Como, Francesco Chirico, critica senza mezze misure l'annuncio fatto due giorni fa dal governo. «Questa non è una manovra virtuosa - dice - ma soltanto il giusto pagamento di un debito enorme che lo Stato ha nei confronti delle sue imprese».

«Il problema - dice Alberto Bergna, direttore di Cna Como - è mettere in moto il denaro per fare ripartire il ciclo economico».

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