«Per giocare alle slot
ho fatto fallire il negozio»

Un giovane padre di due bambini, ha chiesto aiuto con la moglie. La presidente dell'associazione Azzardo e nuove dipendenze: «Mai avere paura delle ricadute, si può guarire»

COMO Aveva una moglie, due figli piccoli e un negozio con due dipendenti. Si è ritrovato con un buco da 70mila euro, le tasse non pagate, i contributi dei suoi collaboratori non versati, i conti dei fornitori  non onorati ed Equitalia alle calcagna. La sua attività è fallita. Tutto per colpa le slot.
Ora ha trovato lavoro come dipendente in una ditta ed è in cura all'associazione And, azzardo e nuove dipendenze.
La moglie al suo fianco, entrambi impegnati in incontro con gli psicologi, gli avvocati, i medici, per risanare i conti, ricostruire una famiglia e soprattutto imparare a non bruciare i soldi della spesa buttandoli in una macchinetta mangiasoldi.
A raccontare la storia del comasco è Roberta Smaniotto, psicologa, presidente di And. L'associazione ha ricevuto molte telefonate di giocatori pentiti dopo che un primo articolo era uscito sul nostro giornale. «E altri ne arriveranno perché, l'esperienza insegna, la gente chiama quando ha un momento di crisi come nel caso di questo papà».
All'inizio giocava il resto del caffè o faceva partite con gli amici. «Mettiamo cinque euro in gruppo e vediamo se vinciamo».
«Poi, però, ha iniziato a giocare più di quanto potesse permettersi - racconta la Smaniotto -. Avendo un'attività in proprio nessuno controllava i conti e lui usava il denaro della sua ditta per le slot. Prima ha iniziato a non pagare i contributi dei dipendenti, poi non ha pagato i fornitori, poi non ha versato le tasse. Per qualche mese nessuno si è accorto di nulla, ma intanto il buco cresceva».

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