Dagli stranieri la conferma
Il Mobile è la speranza

Tra gli stand delle nostre aziende. Due pagine sul giornale

MILANO Cinesi, russi, americani. Ogni continente ad ammirare il made in Italy e al Salone internazionale del Mobile si torna a respirare.

A "i4 Mariani" di Mariano Comense è la Svizzera il primo cliente, ma la Cina si sta facendo sentire, e così la Russia. Una delle stelle è "Tudor", il divano del designer Alessandro Dubini: «Classico, ma confortevole, adatto ai gusti di oggi». Poi "Blade", perché quest'anno appunto è l'ufficio il re e le aziende non si tirano indietro.

Uno degli stand più presi d'assalto è quello della Poliform. Giovanni Anzani, titolare accanto ad Aldo e Alberto Spinelli, ascolta, si confronta con ciascuno. Anche sulla Cina, su cui l'azienda di Inverigo ha puntato con decisione.  «Ho visto anche molti indiani - constata - I mercati esteri vanno educati alla qualità».

Non mancano le polemiche, ad esempio sui prezzi degli alberghi a Milano. Critico anche Alessandro Besana, della "Besana" di Mariano Comense, responsabile dell'internazionalizzazione per Confindustria: «Davvero, non ci si può comportare così».

Il risultato è negativo per tutti: «Chi prima si fermava di più, ora due giorni e scappa. Così si intralciano eventi come il Salone internazionale».

Anche Silvio Santambrogio della Tre P & Tre Più di Giussano scuote la testa. Ma vede anche un aspetto positivo: «Chi è venuto da me, si è fermato a Como. Gli americani, ad esempio, ci tengono moltissimo. Ho anche dei russi che ogni anno prenotano a Cernobbio. Loro sono felici, prendono il battello, vanno alla stazione e poi arrivano al Salone».

OGGI DUE PAGINE SUL GIORNALE

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