I lavoratori Holcim a Zurigo
chiedono alternative ai tagli

Alla manifestazione di ieri ha partecipato anche il sindaco di Merone: 110 i posti a rischio

MERONE Le alternative ai tagli ci sono. E i lavoratori della Holcim di Merone - un centinaio li rappresentava - hanno portato questa convinzione a Zurigo, durante la manifestazione internazionale.

Obiettivo, protestare contro i tagli comunicati dai vertici di Holcim la multinazionale del cemento che, nel Comasco, possiede la storica cementeria di Merone.  Colleghi provenienti dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Francia, dalla Slovacchia, dal Belgio, dalla Germania si sono ritrovati nella città svizzera sede del quartier generale dell'azienda per dire no alla prevista ristrutturazione che, solo in riva al Lario, potrebbe portare con sé il taglio di 110 posti di lavoro. Poco meno di 200 gli italiani presenti, la metà dei quali facenti capo allo stabilimento di Merone che, a meno di cambiamenti dell'ultima ora, vedrà spegnersi il forno il 31 luglio.

«La trattativa - afferma la sindacalista Cgil Assunta Chiusolo, che, con i colleghi Stefano Zucchi (Cisl) e Riccardo Cutaia (Uil), era presente ieri a Zurigo - parte da tre punti fermi. Il primo è l'ottenimento di un periodo di cassa integrazione di 24 mesi per quanti non dovessero più rientrare nel processo produttivo dello stabilimento. Il secondo riguarda il mantenimento in Italia della sede, con la certezza che la stessa non sia spostata altrove».
E ancora: «Il terzo concerne la possibilità di internalizzare quanto più i processi ora gestiti da personale esterno, al fine di salvaguardare l'occupazione».

C'era anche il sindaco di Merone Pietro Brindisi: è stato riproposto il problema dell'ok alla cava, che se Lecco concedesse potrebbe forse agevolare la vicenda.

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