Maxi area pedonale
Bocciata dall'esperto

Alberto Colorni, docente di modelli per le decisioni al Politecnico di Milano, vicepresidente di Poliedra, è un esperto. E dice il centro senza auto non ha senso se non ci sono alternative e servizi

COMO «Non solo divieti, ma anche opzioni». È la tesi di Alberto Colorni, docente di Modelli per le decisioni al Politecnico di Milano, vicepresidente di Poliedra, il centro di servizi e di consulenze dello stesso ateneo per la pianificazione ambientale e territoriale.
E ancora: componente della commissione mobility manager di ateneo.
Il professor Colorni aveva coordinato il gruppo di esperti per la metrotramvia a Como e aveva insegnato nella nostra università: conosce dunque aspetti della città in questo momento alle prese con il progetto della giunta per l'estensione dell'isola pedonale fino a via Rubini, piazza Volta e piazza Roma, almeno 200 posti auto soppressi. Il provvedimento è imminente, ma nel contempo non sarà riaperta l'area Ticosa e rimane chiusa l'Arena.
D'altra parte, le nuove aree pedonalizzate mantengono i servizi pubblici e di interesse pubblico: l'accessibilità sarà a rischio.
«Dovrà essere consentita una buona mobilità fino ad un certo punto - suggerisce il professore - ed altri parcheggi non potranno essere molto lontani dal cordone che delimita la zona vietata al traffico e ai posteggi».
Ma è solo l'inizio. «Un intervento forse isolato non è sufficiente - sottolinea Colorni - sono necessarie una gamma di iniziative ed una serie di meccanismi che incentivino e premino i comportamenti virtuosi».
Contrario alla pedonalizzazione anche Claudio Casartelli presidente di Confesercenti: «Siamo delusi, il sindaco ci aveva promesso di tenere in considerazione le nostre opinioni poi ha venduto il cambiamento per fatto. Il centro città, così, finirà per diventare un ghetto come via Milano».

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