Il dolore delle figlie di Maurizio
«Papà era un uomo buono»

Il dolore della moglie - insegnante al Setificio di Como - e delle due figlie di Maurizio Punzi, il barista travolto e ucciso da un furgone pirata sulla strada provinciale che collega Cucciago a Cantù. "Adorava stare con tutti, ora non c'è più"

CANTU' «Chi ha investito nostro padre non si è preoccupato di chiamare il 118: è stato visto andarsene da solo, mentre parlava al cellulare, forse per farsi venire a prendere da qualcuno. E papà, che adorava stare con tutti, non c'è più».

Venerdì pomeriggio. Francesca, una delle due figlie di Maurizio Punzi dello Cher Ami, nella cucina di casa, in una zona popolare di via Selvaregina, si appoggia al tavolo. Ha saltato una prova d'esame a scuola. «E come avrei fatto, non ho la testa». Alessandra, la maggiore, assistente di vasca alla piscina comunale di Cantù. È in piedi vicino alla credenza, le lacrime agli occhi, le triste incombenze di un funerale da sbrigare. La mamma, Lina Graziano, insegnante al Setificio di Como. Non c'è. È dalle onoranze funebri.
Tre donne distrutte dentro. Il viavai di parenti e amici. La voglia di immaginare un destino diverso. «Non c'è stato il diluvio, altrimenti come altre volte papà sarebbe tornato in auto con mamma e non in moto - racconta Francesca - mia mamma è stata lì fino a mezzanotte, gli ha detto "vuoi un passaggio?", papà ha risposto "no, arrivo dopo, finisco con le pulizie, ci vediamo a casa". Deve aver chiuso verso l'una, noi siamo andati a letto tranquille. Alle tre e mezza siamo state svegliate dai Carabinieri».

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