Imu, imprese amareggiate
«L'Italia non ci vuole»

Parlano gli imprenditori di Como: manca chiarezza e intanto già in un anno sono scattati i raddoppi

COMO Sui tagli all'Imu per capannoni, sugli immobili commerciali e su quelli agricoli, per il momento, non c'è alcuna chiarezza. Ma preoccupazione sì, e tanta.

«C'è grande bisogno - spiega Giovanni Carmignani, imprenditore agricolo di Fenegrò - di un intervento in riduzione. Nel passaggio da Ici a Imu, infatti, ci siamo visti la nostra quota raddoppiare, una crescita che è evidente diventa difficile da affrontare, specie in un contesto di forte difficoltà com'è quello attuale».

E ribadisce: «Purtroppo in questi giorni c'è grande confusione: si sentono proposte di ogni tipo ma, in realtà, non c'è alcuna decisione in favore egli immobili produttivi. Nel frattempo, noi stiamo costruendo un nuovo capannone da 2mila metri. Lo programmammo tre anni fa e, ora, dobbiamo iniziare a fare conti differenti in rapporto a quanto ci sosterà».
Alla speranza di una riduzione, insomma, non è ancora seguito alcun fatto degno di nota.

«L'Imu - spiega Franco Mantero, dell'omonima industria tessile comasca - ha portato con sé un raddoppio dei precedenti costi legati all'Ici. È come se ci fosse stato detto che la produzione non deve essere effettuata in Italia, perché l'appesantimento va a penalizzare chi ha i capannoni e, in sostanza, chi dà lavoro e produce».

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