Per la Cgil, che conta in Asf ben 250 iscritti (su un totale di 458 dipendenti tra autisti e meccanici) il risultato uscito dalle urne è la chiara prova che i lavoratori non vogliono che il sindacato firmi l’accordo. Patrizio Chiappa, delegato della Rsu per la Cgil, anticipa l’intenzione di chiedere all’azienda la modifica di alcune parti dell’accordo: «Ora speriamo che l’azienda faccia qualche riflessione così da assecondare qualche modifica e aggiustamento all’accordo, soprattutto per quanto riguarda i turni che potrebbero essere cambiati pur rimanendo nella percentuale di efficientamento (75% di guida effettiva sul totale del turno lavorativo) richiesta dall’azienda».
Guido Scarpino, segretario Filt Cgil, riconduce il discorso allo scontro che si è aperto tra Cisl e Cgil dopo che la prima ha firmato l’intesa: «Il referendum ha decretato che le decisioni di Cisl e Uil riflettono il pensiero solo di una minoranza dei lavoratori. Tra l’altro, secondo noi molti non hanno votato perché indotti ad astenersi. Tagliabue ha erroneamente pensato di rappresentare la maggioranza dei lavoratori».
Ma il segretario generale della Cisl di Como, Fausto Tagliabue, per tutta risposta lancia una proposta dal sapore di sfida e provocazione: «Ci dispiace che il referendum non abbia dato mandato di firmare l’accordo. Noi andremo comunque avanti per la nostra strada continuando la trattativa sui punti rimasti in sospeso. Detto questo, dal risultato delle urne si evince che c’è una fetta di iscritti alla Cgil che è favorevole all’accordo. Inoltre bisogna precisare che solo gli autisti sono interessati finora dall’accordo sottoscritto, mentre tra i votanti del referendum ci sono anche meccanici». Ed ecco la proposta di Tagliabue: «La settimana prossima distribuiremo una lettera in cui si chiede a chi è contrario all’accordo di rinunciare ai benefici economici che ne derivano. Non ci sembra giusto, infatti, che la Cgil, sia contraria all’accordo e intanto i suoi iscritti ricevano comunque i benefici economici».
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