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Giovedì 19 Marzo 2009
Il lungolago è così malridotto
che riaffiorano i binari del tram
Degrado record: è la prima volta che accade in oltre mezzo secolo
Gli astanti e tentati soccorritori guardano e rassicurano: a Como parlano di metrotramvia, alias metropolitana leggera e parlavano di collegamento ferroviario stazione Nord Lago-stazione San Giovanni, mai sentito del tram. Eppure, quei due pezzi di ferro, paralleli, sono proprio i binari del tram: le nevicate, il sale e la sabbia, l’effetto gelo-disgelo hanno riportato alla luce un reperto storico che forse è stato lasciato apposta, qualcuno avrà pensato che prima o poi l’avrebbero trovato e si sarebbero incuriositi, emozionati, chissà. In un tempo avaro di emozioni e di magnifiche sorti e progressive dietro le spalle, c’è chi si è emozionato davvero: è come se un pezzo della nostra storia fosse venuto fuori e certo è un pezzettino, ma fa pensare. Passa un professionista, Andrea Tagliabue, consigliere dell’Ordine degli ingegneri. Nel capannello che s’è formato, lo riconoscono e lo fermano, lo sollecitano ad osservare. «Di primo acchito, sembrano proprio i binari del tram, ma bisognerebbe verificare - afferma l’ingegnere - sono troppo giovane per ricordarmi del tram». Che sia una putrella? Ma per sostenere che cosa, questa putrella, così superficiale? Si apre il dibattito e concordano tutti: non possono che essere le rotaie. Seconda fase del “giallo”: ma perché sono riaffiorate? «O per la spinta da sotto o perché l’asfalto è bucato da sopra», sono le ipotesi dell’ingegnere. Il tappetino d’asfalto s’è corroso, s’è aperto e ha messo in mostra i binari, si potrebbe dire a prima vista. Spinta da sotto? È un po’ più complicato approfondire, bisognerebbe installare strumenti ottici, i quali non verificano la spinta, ma l’effetto della spinta. I bravi tecnici, prima di rispondere, sperimentano, valutano, verificano, mentre i presenti sono sicuri: i binari non erano mai affiorati, si capisce che adesso il degrado è arrivato al limite. «Il tram fu soppresso tra la fine degli anni ’40 e gli inizi degli anni ’50, mi sembra di ricordare - sostiene Piercesare Bordoli, presidente della Famiglia Comasca - e non c’era solo la linea del lungolago, ma anche quelle della città murata, per Erba e per Cantù. Poi venne la filovia, mi ricordo bene i fili aerei che furono demoliti. Forse sarebbe il caso di tornare davvero al tram, mezzo di trasporto ecologico e collettivo». I binari ci sono già.
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