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Mercoledì 27 Maggio 2009
Referendum: Roma risolve il caso
Voto il 21 giugno, costa 50mila euro
Via libera alla convenzione tra Ministero e Comune: così si risparmia il 75%
Ieri, però, la questione si è ufficialmente chiusa.
«Immediata - hanno detto dall’amministrazione comunale - la comunicazione del prefetto, Sante Fratellizzi, al Comune di Como. Già domani (oggi, ndr) in giunta sarà discusso lo schema di convenzione tra prefettura e Comune poiché lo stesso ministero ha delegato il rappresentante locale del governo a stipulare l’accordo».
Poi hanno aggiunto: «La segreteria generale di Palazzo Cernezzi ha dunque disposto l’atto dopo un incontro operativo del segretario generale, Nunzio Fabiano, in via Volta. Le spese della consultazione saranno a carico del ministero per due terzi e un solo terzo a carico del Comune (quindi 150mila euro e 50mila euro, ndr)». Da quanto emerge presidenti, scrutatori e seggi (ad eccezione, ovviamente, per le schede) saranno gli stessi per le due consultazioni, locale e nazionale. I comaschi potranno quindi decidere se partecipare alla consultazione promossa grazie alla raccolta di oltre 4mila firme. Il primo dice testualmente: «Condividi la necessità di un vincolo di destinazione urbanistica all’area occupata dall’attuale Sant’Anna che assicuri, per il futuro, la presenza in tale area di una “cittadella della salute” e che riservi una quota prevalente, comunque non inferiore al 60% del totale, a “Servizi alla persona?”». Mentre il secondo quesito recita: «Condividi la necessità che il comune di Como si doti e mantenga aperta, per l’intero anno solare, una struttura minima destinata ai “senza fissa dimora?» (il testo completo è su www.paco.co.it)
Resta ancora qualche strascico con le polemiche della mattina, poi superate dalla notizia diramata dalla prefettura. Il comitato referendario ieri in una conferenza stampa ha attaccato sia l’amministrazione comunale sia il consigliere del Pd Marcello Iantorno. «Come comitato - ha precisato Bruno Magatti - non abbiamo mai preso posizione e il Comune non ci ha nemmeno contattati. Non abbiamo proposto noi l’accorpamento, a cui ovviamente non ci siamo opposti. L’unica cosa che non vogliamo è che ci siano dubbi sulla legittimità visto il caos organizzativo e che qualcuno chieda che vengano invalidati».
«È la riprova del corretto operato del Comune» ha commentato ieri il segretario generale Nunzio Fabiano poco dopo la svolta nel pasticcio del referendum. Dal canto suo Iantorno ha detto: «Siamo soddisfatti anche di questo positivo esito della deliberazione di accorpamento proposta e presentata da me e dai componenti del gruppo del Pd in consiglio comunale e condivisa da tutti gli altri gruppi e consiglieri, ottenendo così di far svolgere i referendum locali in due giornate (invece di una, come previsto nel regolamento appositamente derogato) e in abbinamento con quello nazionale e così consentendo la più ampia partecipazione al voto da parte dei cittadini e la maggiore possibilità di successo con, in aggiunta, un considervole risparmio di circa 200 mila euro per le casse comunali oltre che statuali».
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