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Domenica 31 Maggio 2009
Como e la terapia del dolore
Cento i pazienti al S. Martino
Si celebra oggi anche sul Lario la giornata delle cure palliative
«La possibilità di lenire il dolore ai pazienti con malattia in fase avanzata, è ancora poco conosciuta e purtroppo poco diffusa» ammette Maurizio Ferretto, direttore sanitario dell’Hospice sorto a Como cinque anni fa, indicando una situazione di generale arretratezza del contesto italiano nel campo delle cure palliative. La realtà lariana ha mosso passi significativi: mediamente in un anno sono 110 i pazienti approdati all’Hospice San Martino per affrontare una situazione che si presenta difficile sia per i malati che per i familiari disorientati e impotenti di fronte all’evento della malattia che evidenzia urgenze di tipo sanitario, ma anche diverse problematiche di tipo emotivo e psicologico.
Ispirata ad analoghe metodologie, è attiva a Como da oltre 15 anni l’associazione "Antonio e Luigi Palma", che ha messo a punto un servizio di assistenza domiciliare con approccio pluridisciplinare avvalendosi di medici, personale infermieristico, psicologi e volontari e che interviene considerando anche i risvolti psicologici ed esistenziali inerenti al contesto familiare. «È auspicabile che l’Asl possa garantire su tutto il territorio il servizio di cure palliative che richiede un approccio globale che il solo medico di base non può essere in grado di fornire» conferma ancora Ferretto denunciando una situazione lacunosa che l’Hospice ha affrontato organizzando ultimamente un servizio di consulenza utile sia ai medici di base che alle famiglie. Sia pur in modo ancora disomogeneo, che vede la città di Como privilegiata rispetto ad altre zone della provincia, una cultura che tenta di spezzare il tabù del dolore attraverso iniziative e progetti concreti si è fatta strada anche con il supporto del volontariato: spicca l’associazione "Accanto" particolarmente creativa nel sostenere nuovi percorsi all’interno dell’Hospice, ma anche la presenza di alcuni religiosi si affaccia portando un segno di profonda consolazione.
«Anche i familiari vanno accompagnati per affrontare la malattia e successivamente la morte di un congiunto» spiega Emanuele Basile, psicologo presso la struttura del San Martino e di recente promotore di un gruppo di solidarietà "familiari hospice" che organizza incontri periodici di sostegno alla rielaborazione del lutto. Sempre al San Martino, che domenica 28 giugno aprirà le porte ai visitatori, è previsto a breve anche l’avvio di alcune terapie complementari volte a migliorare la qualità della vita di chi, fino all’ultimo respiro, chiede di essere accompagnato a percorrere un tratto dignitoso e significativo della propria esistenza: dal ciclo di massaggi alla musicoterapia o allo yoga, saranno varie le opportunità organizzate per rispondere ad una domanda di senso e di condivisione del tempo concepito come "tempo di vita". «Le stesse cure palliative sono mirate al trattamento dei sintomi più importanti, drammaticamente insopportabili come il dolore acuto, la dispnea, il vomito e il delirio. E il più delle volte il trattamento clinico riesce a controllare questi sintomi in modo da evitare il ricorso alla sedazione che riduce lo stato di coscienza dei pazienti» puntualizza il direttore sanitario tornando sulla decisiva valenza di un luogo che si configura come spazio dove ogni istante può vibrare di vita, arricchirsi di nuove espressioni e di relazioni.
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