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Martedì 30 Giugno 2009
Bocciata per un video: fa ricorso
Voti contestati anche alle medie
Dopo i cinque in condotta al Caio Plinio, un genitore si rivolge all’Ufficio scolastico e al Tar
Alla Parini è un docente a mettere in dubbio il giudizio negativo approvato dai colleghi
Il caso che fa più rumore, però, è quello della Ragioneria. Il ricorso, infatti, è stato presentato dal padre di una studentessa della 2ª E coinvolta nel video in cui l’intera classe, durante un’ora buca, prendeva in giro, con parole pesanti, i professori. Un fatto avvenuto a ottobre, filmato da un alunno che lo ha messo su youtube in dicembre, all’insaputa dei propri compagni, scoperto dalla dirigente in aprile e da lì divenuto oggetto di denuncia in procura, provvedimenti disciplinari severissimi e risvolti mediatici paradossali (il video è rimasto online e grazie alla "pubblicità" ottenuta ha superato i 4mila contatti). Tutta la classe è stata punita, ma con provvedimenti diversi a seconda della gravità delle parole proferite. Per tre studenti, il consiglio di istituto ha deliberato la sospensione fino alle fine dell’anno e per una quarta l’ha limitata a 22 giorni che, però tra domeniche e ponti, sono scaduti il 25 di maggio. «Dalla scuola - contesta il papà della ragazza, Ferruccio Bernasconi - mi hanno fatto avere solo un foglio con scritto "sua figlia è sospesa dal... al..." senza dire perché e chi lo ha deciso. Quando ho chiesto copia originale del verbale, mi hanno dato un estratto in cui ancora mancavano le motivazioni». Rimarca, inoltre, che prima della sospensione «mia figlia non ha mai avuto particolari problemi: promossa in prima con un debito formativo ma anche dei 9, mentre quest’anno aveva due materie tra il 5 e il 6. A casa non ha mai studiato così tanto come in quei 22 giorni e invece in pagella si è ritrovata 6 insufficienze con il 5, di cui una addirittura in educazione fisica».
Il genitore si appiglia anche al regolamento d’istituto: «Per gli insulti prevede che si possano dare meno di 5 giorni, fino a 10 o più di 15, ma la sanzione più grave è legata a provocazioni sessuali e violenze, oppure a una reiterazione delle espressioni verbali. Mia figlia, però, non era mai stata rimproverata prima...». Insomma, il papà condanna l’episodio («sono uscite parole un po’ pesanti») ma non ritiene accettabile che «si possa rovinare l’anno scolastico di una ragazza per quel video». Per di più «lei non sapeva di essere ripresa e invece continua a fare la figurare della deficiente perché nessuno lo ha tolto da Internet».
Il caso, che già aveva diviso il consiglio di classe in cui il 5 in condotta è passato a maggioranza ma non all’unanimità, è ora sul tavolo dell’Ufficio scolastico provinciale e finirà anche al Tar. Il papà ha già dato mandato a un avvocato.
Pietro Berra
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