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Giovedì 09 Luglio 2009
Benzinai italiani in sciopero
E gli svizzeri si fregano le mani
Ieri, in media, la “verde” veniva venduta in Svizzera a 1,050 euro, ma anche a 1.040, contro il prezzo medio in Italia di 1,299, scontata per i possessori di carta sconto di 0,018 euro il litro o di 0,010 secondo la distanza dal confine, dieci o venti chilometri. Il diesel: niente sconto nelle zone di confine italiane, in cui costa mediamente come ovunque 1,124 euro e al di là dalla frontiera 1,080.
Verso le 18, ieri sera, ai distributori ticinesi di confine, qualche Compagnia ha inviato l'ordine di tener aperto «almeno fino alle 23», perchè il movimento di pendolari del pieno si andava intensificando e, in effetti, è stato verso sera che la situazione si è animata. Fino a metà pomeriggio, nessuna segnalazione particolare:«Qualche automobile italiana in più, ma niente di eccezionale», dicevano i benzinai. Alle 19, su dieci gestori interpellati, sei hanno risposto che non avevano «neanche il tempo di fiatare» e da quest'affermazione, si poteva capire che erano affaccendati. Gli altri quattro hanno sostenuto che, ad una rilevazione «ad occhio», nel primo giorno i sciopero dei benzinai in Italia, «il lavoro è aumentato tra il 10 e il 30%», secondo la distanza dal confine. Hanno lavorato di più quelli vicini alla dogana, meno i più lontani, ma se ne sono accorti tutti e oggi, secondo le previsioni, se ne accorgeranno ancora di più, si aspettano più clienti, quelli che non hanno provveduto a fare il pieno in Italia per tempo e adesso si trovano in riserva. Oppure, hanno scoperto che il loro benzinaio di fiducia è chiuso.
«Ma da quando il prezzo della benzina è tornato ai livelli dell'ottobre 2008, sopra 1,3 euro, siamo tornati concorrenziali con la carta sconto. Concorrenziali di poco? Ma - osserva un benzinaio - c'è prima l'effetto psicologico. Bastano pochi centesimi in meno». Sono i ping-pong di confine, le piccole oscillazioni di qua e di là, su un filo che accomuna tutti, la crisi. Chi faceva il pieno, adesso ne fa metà. Magari domani costa meno, pensa, magari succede qualcosa di positivo, almeno per il portafoglio.
Maria Castelli
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