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Mercoledì 15 Luglio 2009
E adesso per il cedro
Caradonna rischia il taglio
Il Pd annuncia una mozione di sfiducia. Il voto segreto potrebbe riservare brutte sorprese all’assessore
L’annuncio è stato dato dal consigliere del Pd, Marcello Iantorno, l’altra sera in consiglio comunale dopo che l’esito della discussione della mozione sul cedro ha costretto l’opposizione a ritirarla. Prima del blitz del 12 giugno con cui il Comune ha fatto tagliare la grande pianta alle 5 del mattino, era stata presentata da Lista per Como una mozione che chiedeva di non abbattere il cedro e di ridiscutere la riqualificazione della piazza. La mozione sarebbe arrivata in consiglio il 15 giugno. Ma a quella data il documento era ormai superato dagli eventi. La pianta era stata già tagliata con grande disappunto delle decine di manifestanti che da mesi chiedevano di salvarla. Caradonna è allora finito nel ciclone delle polemiche, accusato di eccessivo decisionismo. L’opposizione anziché ritirare la mozione ha deciso ugualmente di discuterla, proponendo, però, una serie di emendamenti così da renderla approvabile nonostante il taglio già effettuato della pianta. I primi 5 emendamenti sono stati tutti bocciati. Il sesto e ultimo emendamento, su cui Iantorno ha chiesto di esprimersi con voto segreto, «era volto a censurare Caradonna per la condotta tenuta in occasione» del taglio del cedro, ma non è stato nemmeno discusso poiché la maggioranza ha richiesto la questione pregiudiziale. Il capogruppo del Pdl, Marco Butti, ha spiegato che «se fino adesso abbiamo discusso emendamenti che riguardano piazza Verdi e il cedro, quest’ultimo emendamento non ha nulla a che vedere con la piazza». L’opposizione ha dunque dovuto ritirare l’intera mozione. Ma a quel punto Iantorno ha annunciato la mozione di sfiducia che potrebbe anche riservare qualche brutta sorpresa a Caradonna. Non è un segreto che tra i banchi del Pdl (e non solo) ci sia qualcuno a cui l’assessore non piace affatto. Elisabetta Patelli, leader dei Verdi comaschi, è molto critica: «Io indirizzerei la sfiducia non all’assessore Caradonna ma al sindaco e alla giunta che hanno condiviso tutta l’operazione cedro. L’emendamento di censura a Caradonna tuttavia ha costretto i suoi compagni di partito a ricorrere a trucchi per evitarne la discussione nel timore che qualcosa scappasse di mano durante il voto segreto».
Dario Alemanno
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