Donna carbonizzata a Cirimido
Si indaga in ambito familiare

Agli inquirenti interessa soprattutto l’esito del fallimento della ditta del padre Luigi, ex imprenditore edile finito a gambe all’aria un paio d’anni fa provocando suo malgrado contrasti piuttosto accesi tra le figlie, che sul patrimonio innescarono un contenzioso civilistico tuttora pendente

CIRIMIDO La famiglia, il fallimento dell’azienda edile di papà, i rapporti tra fratelli e parenti, vicini e lontani. È in quest’ambito che, da ieri, si muovono le indagini sul ritrovamento del corpo carbonizzato di Maria Rosa Albertani, 39 anni, operaia al calzaturificio Brunate trovata sotto un telo di plastica fissato con quattro pietre sul retro della abitazione di famiglia, oggi pignorata e pronta a essere rivenduta all’asta, in via Toti, a Cirimido. Coordinati dai pm Maria Vittoria Isella e Giuseppe Rose, i carabinieri avrebbero indirizzato il timone dell’indagine su una rotta che porta dritto nella casa di Maria Rosa, da tutti conosciuta come Mary. Interessa soprattutto l’esito del fallimento della ditta del padre Luigi, ex imprenditore edile finito a gambe all’aria un paio d’anni fa provocando suo malgrado contrasti piuttosto accesi tra le figlie, che sul patrimonio innescarono un contenzioso civilistico tuttora pendente. A Cadorago, dove da circa un mese e mezzo si erano trasferiti sia i genitori che la sorella di Maria Rosa, i carabinieri hanno sequestrato due auto, al termine di una lunga perquisizione portando via anche abiti e alcuni effetti personali.

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