L'elusione prende in giro il fisco
Ecco i nuovi trucchi dei furbetti

La denuncia in un convegno. Le norme aggiunte? Dalle società per vendere case alle sovrafatturazioni

Che modi sono questi: se lo sono chiesto, ieri, uno e più dei 10.388 contribuenti comaschi che pagano un’aliquota del 38% su redditi compresi tra i 28.000 e i 55.000 euro, per non parlare dei 14.415 che lasciano al Fisco il 23%  di redditi annui inferiori ai 15.000 euro. Hanno appreso, nel giro di poche ore, che l’evasione fiscale è almeno del 25%; che chi ha portato soldi all’estero può farli rientrare in Italia assoggettandosi ad un’aliquota del 5% e che c’è anche un altro sistema per risparmiare sulle imposte, l’elusione. Consiste nel rispetto formale delle norme tributarie e nella violazione sostanziale, come chi si mette un bel vestito e si dimentica di far la doccia, per banalizzare. Proprio ieri, all’Università dell’Insubria, organizzato dalla Facoltà di economia, dalla sezione di Como dell’associazione nazionale tributaristi, Anti, dall’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili e dall’Ordine degli Avvocati, si è tenuto un convegno sull’elusione «Verso una clausola generale antiabuso», che ha raccolto le eccellenze del settore per relazioni da super esperti. Ma la domanda del contribuente è: che modi sono questi, per non pagare le tasse o per pagarle solo un po’? Anche perchè alla fine intervengono forme di condono, come lo Scudo fiscale: «Certo, lo scudo fiscale non aiuta a creare una mentalità contributiva, disincentiva i comportamenti virtuosi», afferma il presidente dell’Ordine degli avvocati, Alessandro Patelli. Il trasferimento all’estero dei patrimoni è un modo per sfuggire al Fisco. E per eluderlo? «La fusione con una società in perdita per abbassare l’imponibile – esemplifica il professor Gaetano Ragucci, presidente Anti – Artigiani, commercianti, professionisti, si difendono con l’evasione; le società hanno più possibilità con gli strumenti societari per disciplinare il reddito d’impresa». La tassazione sulle società è più contenuta: per questo, per esempio, capita che per vendere un immobile, si costituisca una società e si vendano quote societarie con immobile compreso, per  pagare meno del 27,5% di tasse. L’elusione è l’abuso di forme giuridiche: il contribuente si trova di fronte ad un divieto e lo aggira. In questo modo danneggia l’economia, reprime anche il risparmio lecito, spiega Ragucci. «I piccoli e i medi aggirano facendo il nero, i contribuenti importanti hanno  paradisi fiscali e stratagemmi – osserva il professor  Gianni Marongiu – come sovrafatturazioni  e trasferimento delle perdite da una società all’altra del gruppo». Maria Cristina Pierro, responsabile dlla facoltà di Economia e professore di diritto tributario, sostiene che l’«amministrazione finanziaria ha acquisito poteri in sede di controllo amministrativo tipici di organi di polizia tributaria che possono qualificare un comportamento legittimo come elusivo». Ma il comandante del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Como, Colonnello Vito Giordano, ha illustrato come ha indagato con successo su un complicato caso di elusione: «La regola è il rispetto delle regole», è la conclusione del colonnello. Ma la magistratura dispone di strumenti per perseguire anche gli elusori e non solo gli evasori? «Non esiste una norma penale che incrimini l’elusione – sottolinea il sostituto procuratore di Como, Daniela Meliota – Occorre verificare che cosa nasconde ogni operazione e se sia stato fatto un uso strumentale delle norme tributarie». L’evasione è semplice, l’elusione consiste in un percorso articolato, tra scritture contabili alterate e dichiarazioni  infedeli. Venirne a capo è far giustizia per tutti.
Maria Castelli

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