Carate, il giallo si infittisce
Nessuna traccia dell'assassino

Nottata di interrogatori per i carabinieri del Nucleo operativo di Como impegnati nelle indagini sulla morte dell'imprenditore Antonio Dubini. Parla il fratello Carlo: "Me lo hanno ucciso come un cane".

Carate Urio - Prosegue serrata la caccia all'uomo che sabato pomeriggio ha ucciso a coltellate l'imprenditore comasco Antonio Dubini, 67 anni, aggredito sul cancello della sua casa in via Regina, a Carate. Una nottata di interrogatori, verifiche, perquisizioni non è bastata ai carabinieri del Reparto operativo di Como per chiarire i contorni di un giallo che, con il passare delle ore, si è ulteriormente infittito. Nulla, nella vita privata e professionale di Dubini, ha fornito agganci o "piste" privilegiate da inseguire. L'assassino, lo ricordiamo, è fuggito in sella a uno scooter scuro indossando un casco integrale di colore rosso e nero. «Lo hanno preso a coltellate al collo, al fegato e al cuore. Si può uccidere un uomo così? Me l’hanno ucciso come un cane», ha detto il fratello primogenito di Antonio, Carlo Dubini. Tutti i parenti si stanno stringendo in queste ore accanto alla vedova Rosalia e ai suoi figli. Per le prossime ore è attesa anche l'autopsia sulla salma, che resta sotto sequestro nella camera mortuaria dell'ospedale Sant'Anna.

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