Il vice sindaco si dimette
per il rumore del bar
Pusiano: nelle scorse settimane il numero due dell’amministrazione di Pusiano, Emiliano Rossini, ha lasciato il gruppo, ufficialmente per motivi politici. In realtà nelle file della maggioranza si sarebbe combattuta una piccola battaglia che avrebbe visto al centro il nuovo locale sorto in paese: l’Eupilii Cafè
Rossini vi abita di fianco e riteneva, e ritiene, la struttura un disturbo eccessivo per la quiete della sua casa nel periodo estivo, con i suoi tavolini all’aperto e i molti frequentatori. «Io ho presentato le mie dimissioni con una motivazione diversa, ma in realtà il problema è l’eccessiva rumorosità degli spazi all’aperto verso il lago dell’Eupilii Cafè - spiega lui stesso -. Ho più volte richiesto un intervento da parte della maggioranza; ho persino chiesto una regolamentazione chiara sugli orari di chiusura dei locali. Nulla di tutto ciò è avvenuto e a un certo punto ho deciso di lasciare l’incarico: mi sono sentito isolato». Rossini chiedeva al suo gruppo di limitare alla mezzanotte la somministrazione di cibi e bevande all’esterno del locale: «D’inverno non ci sono problemi; d’estate purtroppo i tavoli all’aperto sono proprio sotto casa mia e il rumore, il vociare, salgono fino alla camera. La richiesta era di smettere, a mezzanotte, di utilizzare lo spazio esterno. Non mi posso sentire parte di un’amministrazione non in grado di garantire una vita civile ai suoi cittadini. Io con il sindaco su altri temi non ho mai avuto discussioni, e lo reputo una persona a modo; prima l’ho avvisato tramite lettera non protocollata e poi ho lasciato il gruppo. Non credo che andrò oltre in questa mia battaglia, ma sarei felice se ci fosse un intervento risolutore».
Il primo cittadino ammette il problema e il buon rapporto che lo legava al suo vice: «Ritengo Rossini un’ottima persona e sono molto dispiaciuto delle sue dimissioni - spiega Andrea Maspero -. A mio parere però ha ingigantito il problema; non mi risultano vi siano altre lamentele verso quel locale e lo ritengo una struttura qualificante per il paese, un esercizio commerciale che mancava. Io onestamente della diatriba non mi sono interessato perché ho dei parenti nella gestione, quindi ho preferito demandare ad altri la questione».
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