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Giovedì 27 Agosto 2009
E' trascorsa un'altra estate
ma la Ticosa non si schioda
Anche l’estate 2009 si sta per chiudere senza che la bonifica dell’area ex Ticosa sia stata nemmeno avviata e senza che un euro dei 14 milioni derivanti dalla vendita dell’area sia ancora arrivato nelle casse del Comune. Stando al sindaco, la situazione è destinata a sbloccarsi nel giro di pochi giorni
Stando a quanto dichiarato ieri dal sindaco Stefano Bruni, la situazione è destinata a sbloccarsi nel giro di pochi giorni: «Il 6 agosto abbiamo inviato una lettera a Multi (società che si è aggiudicata i lavori sull’ex Ticosa, ndr) chiedendo di sapere se intendono eseguire loro la bonifica o se dobbiamo farla noi. Siamo in attesa di una risposta».
Il rischio è che la risposta vada alle calende greche? No, secondo quanto spiegato dall’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi : «Il Comune nella lettera ha chiesto di avere una risposta entro il 15 settembre».
Intanto, tra analisi e controanalisi del sottosuolo, tutto è ancora fermo. Tra Multi e Comune i rapporti non possono più dirsi idilliaci come ai tempi dell’abbattimento della vecchia tintostamperia. Era il 27 gennaio quando fu presentata in pompa magna, con tanto di spettacolo pirotecnico, la demolizione del corpo a C. Da allora, l’iter politico e amministrativo che avrebbe dovuto portare nel giro di un anno all’approvazione del Piano integrato d’intervento è stato costellato di un’infinità di imprevisti. Dal ritrovamento di frammenti di una guaina bituminosa contenente amianto nei detriti della fabbrica demolita (poi smaltiti come rifiuti speciali non pericolosi) fino ai dissidi tra Multi e Comune per quanto riguarda la bonifica del sottosuolo dagli inquinanti finiti nel terreno dopo decenni di attività della tintostamperia.
Un capitolo, quest’ultimo, aperto oltre un anno fa e non ancora concluso. Amminisrazione e operatore non si sono ancora accordati su chi deve eseguire la bonifica. Intanto i prelievi del terreno, serviti l’anno scorso per valutare la presenza di inquinanti, sono ancora in bella mostra nell’edificio Santarella che, nonostante la segnalazione di circa un mese fa, resta ancora aperto e accessibile a chiunque, come dimostravano ancora ieri il cancello dell’area e la porta dell’edificio entrambi spalancati. «Ma non c’è pericolo per cose o persone - ha spiegato l’addetto stampa di Palazzo Cernezzi - e quei prelievi di terra, risultati dai carotaggi, non hanno alcun valore giuridico».
Dario Alemanno
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