Fondazione per le grandi mostre
Molto fumo e poche certezze

Il primo a non crederci è Gaddi: "Il Comune di Como non potrebbe permettersela, perché occorre un patrimonio di partenza enorme"

In Comune si lavora già per la creazione di una fondazione che dovrà occuparsi della gestione e della cura delle grandi mostre di Villa Olmo. A renderlo noto è lo l’assessore alla Cultura Sergio Gaddi, ideatore delle maxi rassegne d’arte di Como, nonché curatore in prima persona di tutte le edizioni, compresa quella del 2009 che si è conclusa lo scorso 26 luglio.
Certo Gaddi, come lui stesso spesso ha lasciato intendere, farebbe volentieri a meno di questa fondazione, preferendo continuare a occuparsi in prima persona delle mostre. Ma il 16 febbraio nell’approvare la rassegna 2009 su Chagall, Kandinsky e Malevic con il relativo budget, il consiglio comunale ha votato anche un emendamento presentato dall’opposizione che chiede la costituzione di una fondazione «o altro strumento partecipativo» per la gestione delle grandi mostre.  A distanza di cinque mesi, precisamente il 13 luglio scorso, i consiglieri del Partito democratico Silvia Magni e Franco Fragolino hanno depositato un’interrogazione per chiedere a che punto fosse il percorso di costruzione della fondazione.
Il 6 agosto Gaddi ha scritto e trasmesso la risposta all’interrogazione al sindaco Stefano Bruni che, come da prassi, l’ha poi fatta pervenire ai due consiglieri comunali. Qualche passo in direzione della fondazione è stato realmente mosso stando al contenuto della risposta: «Rispetto all’avvio del percorso di costruzione di fondazione o altro strumento partecipativo previsto dalla delibera di indirizzo approvata dal consiglio comunale in data 16 febbraio, l’ufficio cultura sta realizzando le principali esperienze nazionali per verificare i modelli di gestione di analoghe iniziative in altri Comuni italiani». Ma le dichiarazioni rilasciate ieri dallo stesso Gaddi inducono allo scetticismo: «Posso già ora affermare che una fondazione il Comune di Como non potrebbe permettersela, nemmeno in partecipazione con altri enti, perché occorre un patrimonio di partenza enorme. Mentre il modello di gestione utilizzato da Como per le mostre finora è quello che risulta più efficace in termini di economicità, perché ottiene sempre risultati eccellenti con costi minimi».

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