Carate: mistero sul colore
dello scooter dell'omicida

Spuntano due testimoni: la moto su cui sarebbe fuggito l'assassino dell'imprenditore Antonio Dubini sarebbe bianca e non nera. Sequestrato il computer della vittimas

CARATE URIO A dieci giorni dal delitto, la morte dell’imprenditore Antonio Dubini - 67 anni archiviati in un bagno di sangue di sbalorditiva violenza - resta avvolta nelle nebbie della prima ora. Anzi:il quadro si è reso, se possibile, anche più complesso dopo che due automobilisti che quel pomeriggio transitavano in via Regina, si sono presentati ai carabinieri per raccontare di avere visto, anche loro, un assassino in fuga ma in sella a uno scooter chiaro, forse addirittura bianco. L’impressione è quella che gli inquirenti accordino senz’altro maggior credibilità al primo testimone - il motociclista che si era fermato accorgendosi dell’omicida che scavalcava il cancello - ma le due nuove versioni contribuiscono a rendere il giallo sempre più intricato. Di nuovo c’è un computer, che i carabinieri hanno acquisito in questi giorni: è quello che apparteneva a Dubini, e che sarà controllato in cerca di tracce. La sua vita - ricostruita, radiografata, scandagliata fin quasi alla nausea - non ne ha fornita mezza, nonostante gli incroci di attività imprenditoriali, dal tessile all’edilizia. La verità è che, sulla carta, l’imprenditore non aveva davvero nessun nemico.

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