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Sabato 12 Settembre 2009
L’antico dolore del San Martino
e il sentito omaggio a Simenon
«Parolario 2009» si avvicina alla conclusione: siamo agli ultimi incontri, con un crescendo di pubblico. L’appuntamento con il procuratore generale antimafia Pietro Grasso, giovedì sera, è stato uno dei più affollati della manifestazione e il magistrato si è piacevolmente intrattenuto con i comaschi anche dopo essere sceso dal palco
L’appuntamento con il procuratore generale antimafia Pietro Grasso, giovedì sera, è stato uno dei più affollati della manifestazione e il magistrato, sempre sotto scorta ma disponibilissimo al dialogo con il pubblico, si è piacevolmente intrattenuto con i comaschi anche dopo essere sceso dal palco.
Ieri, invece, i temi sono stati numerosi e vari a cominciare da uno che da molti anni rappresenta una sorta di cattiva coscienza della città, quello che riguarda le storie di sofferenza che compongono la storia di quello che si chiamava, impietosamente, manicomio. Gianfranco Giudice le ha raccontate nella sua «Storia del San Martino di Como», un viaggio nel dolore e nella malattia mentale iniziato nel 1882 e conclusosi, definitivamente, solo pochi anni fa.
Nell’anno internazionale dell’astrofisica, lanciato proprio in piazza Cavour da Margherita Hack il primo giorno della kermesse, Piero Galeotti, professore di fisica sperimentale all’Università di Torino, e l’astrofisico Giuseppe Gavazzi, hanno presentato le loro ultime opere «Le stelle: fucine della vita. Dalla nascita delle stelle alla vita nell’Universo» e «La colorata lentezza delle galassie», rinnovando il fascino insito nell’indagine dello spazio e anche dell’infinito.
Con «Il bambino che sognava la fine del mondo» Antonio Scurati è arrivato finalista al premio Strega e, secondo più di un critico, avrebbe meritato la vittoria. Questo non sminuisce la sua importanza come scrittore (ha già vinto un Campiello con «Il sopravvissuto» e un Premio Super Mondello con «Una storia romantica»). In questo caso, il racconto è un pretesto per raccontare una società in crisi che sembra essere tornata a uno stadio infantile dove i bisogni primari e le paure prevalgono su tutto.
Uno degli incontri più attesi, e anche più divertenti, quello con il compositore e direttore d’orchestra Carlo Boccadoro, ospite del foyer del Teatro Sociale, per presentare l’antologia «Racconti musicali» che ha curato per Einaudi. Si tratta di pagine di autori celeberrimi e anche meno conosciuti, italiani e stranieri, tutti momenti letterari dove la musica prende il sopravvento, inondando le pagine di suoni, che si tratti di descrivere le senzazioni che le note provocano in un personaggio, di narrare una figura quasi sciamanica come Paganini o anche di descrivere un caso clinico come quello, celeberrimo, de «L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello» del neurologo Oliver Sacks, a sua volta trasformato in musica da Michael Nyman.
La serata è stata tutta dedicata a un autore ancora amatissimo a vent’anni (quasi) esatti dalla morte: Georges Simenon. Prima il turco Petros Markaris: il suo commissario Kostas Charìtos è considerato, da alcuni, il vero erede di Maigret. Poi il figlio dello scrittore belga, John Simenon, intervistato dal giallista Francesco Recami, autore, tra l’altro, de «Il ragazzo che leggeva Maigret». Infine, un omaggio cinematografico atipico con «L’uomo della torre Eiffel» dove i panni del personaggio sono rivestiti, per un unica volta, da un inglese... a tutto tondo: Charles Laughton.
Alessio Brunialti
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