Crack Ibs, bufera in tutta italia
Palermo ha perso 30 milioni

La bufera della finanziaria abbandonata in pieno agosto da broker e amministratori investe l’amministrazione provinciale di Palermo, che nell’emorragia della società con sede a Como ha perso oltre 29 milioni di euro. Soldi pubblici volatilizzati nel nulla. Il direttore generale della Provincia, Antonino Caruso, ha rassegnato le dimissioni

COMO La scomparsa del patrimonio dei clienti della Ibs Forex di piazza Grimoldi rischia di diventare uno scandalo politico. La bufera della finanziaria abbandonata in pieno agosto da broker e amministratori investe l’amministrazione provinciale di Palermo, che nell’emorragia della società con sede a Como ha perso oltre 29 milioni di euro. Soldi pubblici volatilizzati nel nulla, e che stanno causando un vero e proprio terremoto nel capoluogo siciliano.
Il direttore generale della Provincia, Antonino Caruso, ha rassegnato le dimissioni. Mentre il presidente, Giovanni Avanti, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura.
La Provincia Regionale di Palermo era il cliente più importante di Ibs Forex. Ad autorizzare l’investimento nella finanziaria era stata la giunta retta dall’ex presidente Francesco Musotto (che era stato eletto nelle liste di Forza Italia), il cui assessore al Bilancio, all’epoca dello stanziamento, era l’Udc Giampiero Cangialosi. E nelle liste Udc si trova un nome che sembra il trait d’union con Ibs Forex: quello dell’ultimo vicepresidente del Cda, Nicolò Xerra, candidato con Cangialosi nel 2007 al consiglio comunale di Palermo.
Il primo stanziamento di denaro pubblico autorizzato dal direttore generale della Provincia Regionale del capoluogo siciliano, il dimissionario Antonino Caruso, risale all’ottobre 2006 ed è di 1,5 milioni di euro. L’anno successivo, tra aprile e agosto, dalle casse dell’amministrazione pubblica sono usciti alla volta di Invest Bank (con via libera a Ibs per poterne disporre) prima 4 e poi 7,2 milioni di euro. Infine l’ultimo stanziamento poco prima del cambio della guardia, ovvero nel febbraio 2008 con uno stanziamento pari a ben 16,4 milioni di euro. In tutto, dunque, la finanziaria di piazza Grimoldi si è trovata a gestire, e potrebbe aver perso in una gestione degli investimenti quantomeno spensierata, una somma complessiva di 29,1 milioni di euro di fondi pubblici.
Ma per quale motivo una pubblica amministrazione avrebbe dovuto investire un capitale tanto ingente in una società finanziaria sconosciuta e appena nata? È questo ciò che la procura di Como e il nucleo di polizia tributaria sta tentando di scoprire. Una cosa è certa: a Palermo si trova uno dei tanti interruttori che potrebbero far luce sul mistero finanziario dell’estate.
P. Mor.

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